Sull'essere psichico 3.

Sull'essere psichico 3.
. Tutti i fenomeni di carattere anormale o ultranormale, psicologico od occulto vengono chiamati psichici; se un uomo ha una doppia personalità che cambia continuamente da una all'altra, se c'è un'apparizione di un uomo che sta per morire - se semplicemente qualcosa del suo involucro vitale, oppure una formazione del suo pensiero appare e attraversa solennemente la stanza dell'amico stupefatto, se un "poltergeist" inscena un indecoroso putiferio in una casa, tutti questi avvenimenti vengono classificati come fenomeni psichici e considerati soggetti adatti per la ricerca psichica, sebbene non abbiano proprio nulla che vedere con questa. Inoltre, gran parte di ciò che nello Yoga è semplicemente occulto, fenomeni dei piani invisibili, mentale, vitale o fisico sottile, visioni, simboli, il tutto mescolato, spesso agitato, indistinto e spesso terreno illusorio di esperienze che appartengono a questa zona che si trova tra l'anima ed i suoi strumenti di superficie, o piuttosto ai suoi confini più esterni, tutto il caos della zona intermedia viene 10 chiamato psichico ed è considerato una zona inferiore e vaga della scoperta spirituale. Inoltre, si fa una continua confusione tra l'anima di desiderio mentalizzata, che è una creazione della spinta vitale dell'uomo, della sua forza-di-vita alla ricerca della propria soddisfazione, e la vera anima, scintilla del Fuoco divino, particella del Divino. Poiché l'anima, l'essere psichico, usa sia il mentale ed il vitale sia il corpo come strumenti per la crescita e l'esperienza, viene considerata come un genere di amalgama o substrato sottile della mente e della vita. Ma se nello Yoga accettiamo tutta questa massa caotica come sostanza o movimento dell'anima, entreremo in una confusione senza uscita. Tutto ciò appartiene solo ai rivestimenti dell'anima; questa, in sé, è una divinità interiore piú grande della mente, della vita o del corpo. E` qualcosa che, una volta liberata dall'oscuramento prodotto dai suoi strumenti, crea immediatamente un contatto diretto con il Divino. Sri Aurobindo - Domani, n. 62, 15 novembre 1981, pagg. 230-233 Perché l'essere psichico Gli uomini non conoscono sé stessi e non hanno ancora imparato a distinguere le diverse parti del loro essere; generalmente essi le riuniscono in un sol blocco a cui assegnano il nome di mente, poiché le conoscono e le sentono mediante una percezione e una comprensione mentale o mentalizzata. E' per questo che non comprendono i vari stati di coscienza e le loro azioni o, in ogni caso, solo superficialmente. Divenire coscienti della grande complessità della nostra natura, percepire le diverse forze che la muovono, sottoporre i suoi movimenti alla direzione della conoscenza, sono altrettanti elementi fondamentali dello Yoga. Siamo composti di numerose parti, aventi ciascuna la propria funzione, nel movimento totale della nostra coscienza, del nostro pensiero, della nostra volontà, delle nostre sensazioni, sentimenti e azioni; ne percepiamo solamente i risultati di superficie, confusi e mescolati, e non sappiamo far di meglio che imporre loro un ordine mutevole e precario. Il rimedio a tutto ciò, non può venire che dalle parti dell'essere già volte verso la luce. La soluzione consiste nel chiamare e far scendere in noi la luce della Coscienza divina, far passare l'essere psichico in primo piano, accendere una fiamma di aspirazione che svegli spiritualmente la mente esteriore ed infiammi l'essere vitale. Sri Aurobindo - Guida allo Yoga - pag.131-132 11 (...) La conoscenza interiore viene infatti dall'interno e dall'alto (sia dal Divino nel cuore sia dal Sé in alto) e, perché venga, l'orgoglio che la mente ed il vitale traggono dalle idee mentali di superficie e la loro insistenza nel conservarle devono andarsene. Questo dimostra che non sbaglio ad insistere sull'apertura psichica come l'unica soluzione. (...) Sri Aurobindo - Guida allo Yoga - pag.177 (...) L'anima (infatti) proviene da oltre tali nature mentali, vitali e corporee. Essa appartiene al Trascendente e per questo ci è possibile aprirci alla Natura superiore al di là. Il Divino è sempre l'Uno che è Molteplice. Lo Spirito o Sé individuale, fa parte dell'aspetto Molteplice dell'Uno, e l'essere psichico è ciò che Egli emana per evolvere quaggiù nella natura terrestre. Raggiungendo la liberazione, il sé individuale realizza che è Uno (e tuttavia Il Molteplice). (...) Sri Aurobindo - Guida allo Yoga - pag.141 Le due necessità della sadhana Vi sono due necessità nella sadhana, una consiste nell'interiorizzarsi e stabilire il pieno contatto fra l'essere psichico e la natura esteriore, l'altra consiste nell'aprirsi verso l'alto alla Pace, alla Forza, alla Luce e all'Ananda (Beatitudine) del Divino, sollevarsi fino ad esse e farle discendere nella natura e nel corpo. Nessuno di questi due movimenti, lo psichico e lo spirituale, è completo senza l'altro. Se l'ascesa e la discesa spirituale non vengono compiute, non può avere luogo la trasformazione spirituale della natura; senza la totale apertura psichica e il totale contatto psichico, la trasformazione non può essere completa. Non c'è incompatibilità fra i due movimenti; alcuni iniziano prima con quello psichico, altri con quello spirituale, alcuni con entrambi parallelamente. Il modo migliore è aspirare ad entrambi e lasciare la Forza della Madre agire secondo il bisogno e la tendenza della natura. La prima delle due trasformazioni necessarie è quella psichica, essa facilita immensamente l'altra, cioè la trasformazione della coscienza umana ordinaria in coscienza spirituale superiore; altrimenti il viaggio rischia di essere lento e noioso, oppure sì eccitante, ma pericoloso... (...) Lo psichico è nell'evoluzione, fa parte dell'essere umano, è la sua parte divina, (...) La psichicizzazione rende l'essere pronto a rispondere a tutto ciò che viene dal Divino o dalla Natura superiore e non a quanto viene dall'Asura (titano, demone), (...) o dall'Animale nell'essere o da qualunque resistenza 12 nella natura inferiore che ostacoli la trasformazione divina. L'essere mentale interiore sorveglia, osserva e giudica tutto ciò che avviene in noi. L'essere psichico non sorveglia e non osserva come un testimone, ma sente e conosce spontaneamente, in una maniera assai più diretta e luminosa, mediante la purezza della propria natura e l'istinto divino che è in lui, e in tal modo, non appena passa in primo piano, rivela immediatamente i movimenti giusti e quelli falsi della natura. (...) Con la crescita dell'elemento psichico nella nostra natura cominciamo ad entrare coscientemente in contatto con l'essere centrale superiore (Jîvâtman). Quando tale contatto si produce e l'essere centrale fa uso d'una volontà cosciente per controllare ed organizzare i movimenti della natura, allora si possiede il vero dominio spirituale di se stessi, invece di una parziale padronanza, puramente mentale o morale. Sri Aurobindo - Guida allo Yoga - pag. 137 Lo sviluppo psichico e il cambiamento psichico della coscienza mentale, vitale e fisica sono della massima importanza, perché rendono sicure e facili la discesa della coscienza superiore e la trasformazione spirituale senza le quali la supermente resterebbe sempre molto distante. (...) L'anima, l'essere psichico è in diretto contatto con la Verità divina, ma nell'uomo è nascosta dalla mente, dall'essere vitale e dalla natura fisica. Si può praticare lo yoga e ottenere illuminazioni nella mente e nella ragione; si può conquistare il potere e godere di ogni genere di esperienze nel vitale; si possono ottenere perfino sorprendenti siddhi (poteri) fisiche; ma se il vero potere dell'anima che è dietro non si manifesta, se la natura psichica non viene in primo piano, nulla di autentico può dirsi compiuto. In questo yoga l'essere psichico è quello che apre il resto della natura alla vera luce supermentale ed infine all'Ananda (delizia, beatitudine) supremo. La mente può aprirsi da sola alle proprie sfere superiori; può divenire silenziosa ed ampliarsi fino ad entrare nell'Impersonale; può anche spiritualizzarsi in qualche tipo di liberazione statica o Nirvana; ma la Supermente non può trovare una base sufficiente nella sola mente spiritualizzata. Se si risveglia l'anima più segreta, se c'è una nuova nascita, se si passa dalla mera coscienza mentale, vitale e fisica alla coscienza psichica, allora questo yoga si può fare; altrimenti (con il solo potere della mente o di qualunque altra parte) è impossibile... Se si rifiuta la nuova nascita psichica, se si rifiuta di divenire il figlio rinato dalla Madre, per un attaccamento alla conoscenza intellettuale, a idee mentali o a qualche desiderio vitale, allora il fallimento della sadhana è inevitabile. Quando lo psichico è in primo piano, la sadhana diventa naturale e facile, ed è solo questione di tempo e di lasciare che si sviluppi naturalmente. Quando a predominare è la mente, o il vitale o la coscienza fisica, allora la sadhana è una tapasya (pratica di austerità)e una lotta. Sri Aurobindo - Lettere sullo Yoga - Vol. IV - Cap. XXI - pag.155_159 13 Cos'è lo psichico Lo spirito è l'Atman,Brahman, il Divino essenziale. Quando l'Uno Divino manifesta la molteplicità sempre a Lui inerente, questo essenziale Sé o âtman diventa nella manifestazione l'essere centrale che dall'alto presiede alla evoluzione delle sue personalità e delle sue vite terrestri, pur rimanendo una particella eterna del Divino, anteriore alla manifestazione terrestre, (...). Nella manifestazione inferiore questa particella eterna del Divino si manifesta come anima - scintilla del Fuoco divino - che serve d'appoggio alla evoluzione individuale e sostiene l'essere mentale, vitale e fisico. Nel nostro Yoga, l'espressione "essere centrale" serve generalmente ed indicare la parte del Divino nell'uomo, che sostiene tutto il resto e che sopravvive attraverso la morte e la nascita. Questo essere centrale ha due forme: in alto è il Jîvâtman, il nostro vero essere, di cui diveniamo coscienti quando sopravviene la conoscenza del sé superiore, in basso è l'essere psichico, che si tiene dietro la mente, il corpo e la vita. Il Jîvâtman è al di sopra della manifestazione e presiede ad essa; l'essere psichico è presente dietro questa manifestazione e la sostiene. (...) (...) Il Jîvâtman, nella sua essenza, non cambia né evolve; la sua essenza resta al di sopra dell'evoluzione personale. Nell'evoluzione, egli è rappresentato dall'essere psichico, che si sviluppa e sostiene il resto della natura. (...) L'atteggiamento naturale dell'essere psichico è quello di sentirsi Figlio di Dio, particella del Divino, uno con Lui nell'essenza, anche se diverso nella dinamica della manifestazione e nell'identità. Il Jîvâtman, al contrario, vive nell'essenza e può fondersi in identità con il Divino; (...) Sri Aurobindo - Guida allo Yoga - pag 137-139 Lo Psichico è l'anima o la scintilla del Fuoco divino che sostiene l'evoluzione individuale sulla terra, (...) per cui non è immutabile; l'essere psichico è l'anima la cui coscienza, o piuttosto la cui manifestazione, si evolve di vita in vita, con la mente, il vitale ed il corpo quali strumenti finché tutto sia pronto per l'unione con il Divino. (...) L'essere psichico è in particolar modo l'anima dell'individuo che permette alla Prakriti (Natura) individuale di evolversi nella manifestazione e che prende parte all'evoluzione. E' quella scintilla del Fuoco divino che cresce dietro la mente, il vitale ed il fisico, quale essere psichico, finché è in grado di trasformare la Prakriti di ignoranza in Prakriti di conoscenza (...).
 
 

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