6.

6. LE GRADAZIONI
DALLA SOVRAMENTE (OVERMIND) ALLA MENTE
Quarta Sezione
L'uomo ed il Superuomo
L'UOMO E LA SUPERMENTE
L'uomo è un essere di transizione, non definitivo, perché in lui e al di sopra di lui inizia il radioso cammino ascendente che conduce alla 'superumanità' divina. La transizione dall'uomo al superuomo è la prossima realizzazione dell'evoluzione terrestre. In ciò consiste il nostro destino e la chiave per liberare la nostra esistenza umana, protesa verso il Divino ma limitata e travagliata, destino inevitabile perché è l'intenzione dello Spirito e la logica conseguenza del processo Naturale. La comparsa di una possibilità umana in un mondo materiale e animale fu il primo bagliore di una Luce divina che doveva venire, la prima remota manifestazione di una divinità che doveva emergere dalla Materia; la comparsa del superuomo nel mondo umano sarà il compimento di quella lontana splendida promessa. La differenza tra l'uomo ed il superuomo sarà la differenza tra la mente ed una coscienza così superiore quanto la coscienza mentale lo è rispetto a quella della pianta o dell'animale; la caratteristica peculiare dell'uomo è la mente, l'essenza tipica del superuomo sarà la supermente o gnosi divina. L'uomo è mente imprigionata, velata e circoscritta in un corpo vivente precario e non completamente cosciente. Il superuomo sarà un'entità supermentale che abiterà ed userà liberamente un corpo cosciente e plastico all'azione delle forze spirituali. Il suo corpo fisico sarà un supporto stabile ed uno strumento adeguato all'azione ed al lavoro dello spirito divino nella Materia. La Mente, anche nel suo aspetto più puro, libero e privo di impedimenti, non è la massima espressione della coscienza, perché non è in possesso della Verità; è soltanto un contenitore imperfetto, uno strumento ignorante affamato di verità, che cerca avidamente di saziare la propria fame con il nutrimento inadeguato di un ammasso di falsità o mezze verità. Oltre la mente esiste il potere di coscienza supermentale o gnostico, che è eternamente cosciente della Verità; tutti suoi moti, i suoi sentimenti, le sue emozioni, le sue azioni e tutti i suoi modi di manifestarsi 49 sono luminosi ed istintivamente connessi alla vera realtà intima delle cose e non possono che esprimere tale realtà. La supermente o gnosi è. nella sua natura originaria e nella sua manifestazione. saggezza infinita ed infinita volontà. Alla sorgente è la coscienza dinamica del Divino Conoscitore e Creatore. Nel manifestarsi sempre più chiaro e definito della forza dell'Unica Esistenza, un aspetto di questo potere discende nella nostra natura umana limitata; allora e soltanto allora l'uomo può superare se stesso e conoscere, agire e creare in maniera divina, per diventare, infine, una parte cosciente dell'Eterno. Nascerà il superuomo, non un essere mentale magnificato ma un potere supermentale incarnato nella nuova vita del corpo terrestre trasformato. Il raggiungimento di una 'superumanità' gnostica è la prossima vittoria trionfale che deve essere riportata dallo spirito disceso nella natura terrestre. Un sole segreto di Potere, Gioia e Conoscenza sta sorgendo dalla coscienza materiale nella quale la nostra mente lavora in condizioni di schiavitù, simile ad un demiurgo disorientato ed impotente; la supermente sarà la forma corporea di quello splendore radioso. Il superuomo non è l'uomo che ha raggiunto il suo zenit naturale, né un maggior grado di grandezza umana, di conoscenza, di potere, intelligenza, volontà, carattere, genialità, potere d'azione, santità, amore, purezza o perfezione. La supermente va oltre l'uomo mentale ed i suoi limiti, è una coscienza più grande della massima coscienza possibile per la natura umana. L'uomo è un essere dei mondi mentali e le sue facoltà mentali operano in essi oscurate e degradate da un cervello fisico, private dei loro poteri più tipicamente divini ed incapaci di influenzare la vita se non entro limiti angusti e precari. Anche negli uomini più evoluti le possibilità luminose di forza e libertà suprema sono ostacolate da questa dipendenza. Molto spesso e nella maggioranza degli uomini la mente è soltanto un servitore, un fornitore di divertimenti a disposizione delle necessità e degli interessi della vita e del corpo. Il superuomo sarà invece un Re Gnostico della Natura; la supermente anche all'inizio della sua evoluzione si manifesterà in lui come un raggio di eterna onniscienza ed onnipotenza. Sovrano ed irresistibile, dominerà gli strumenti mentali e fisici e, tenendosi al di sopra ed al tempo stesso compenetrando e possedendo gli aspetti inferiori, trasformerà la mente, il vitale ed il corpo nella sua stessa natura luminosa e divina. L'uomo in se stesso non è molto più che un'ambiziosa nullità. Egli è ristrettezza che tende ad un'ampiezza irraggiungibile, piccolezza che anela ad una grandezza che lo trascende, un nano innamorato delle altezze. La sua mente è un raggio oscurato dello Splendore della Mente Universale; la sua vita un'onda che lotta, esulta e soffre, un momento della Vita Universale mosso dal desiderio e dalla passione e soggetto al dolore, un momento insignificante che si affanna scioccamente nella propria cecità. Il suo corpo è una particella effimera dell'universo materiale. Un'anima 50 immortale è nascosta in qualche parte di lui e manifesta di tanto in tanto scintille della propria presenza ed uno spirito eterno lo sovrasta e lo copre con le sue ali e sostiene con il proprio potere la continuità dell'anima nella natura umana. Ma questo spirito potente è ostacolato nella sua discesa dalla rigida armatura della personalità e la radiosa anima interiore è avvinta, inibita ed oppressa dalla materia densa che la riveste. Soltanto in pochi è raramente attiva, nella maggior parte è difficile persino percepirne la presenza. L'anima e lo spirito nell'uomo sembrano esistere al disopra ed oltre la sua natura piuttosto che essere parte della sua realtà visibile; subliminali nel suo essere interiore o supercoscienti in qualche stato non ancora raggiunto, costituiscono per la sua coscienza esteriore delle possibilità piuttosto che delle realtà attualizzate. Lo spirito è in gestazione, non ancora nato, nella Materia. Questo essere imperfetto con la sua coscienza limitata, confusa, disordinata e quasi sempre inefficace, non può rappresentare il fine e la sommità della realizzazione della misteriosa ondata ascendente della Natura. C'è qualcos'altro che deve essere fatto scendere dall'alto e che ora si manifesta soltanto con sporadici bagliori che filtrano attraverso improvvise brecce presenti nel muro mastodontico dei nostri limiti. E c'è qualcos'altro che deve evolvere dal basso, che giace addormentato sotto il velo della coscienza mentale dell'uomo o si manifesta parzialmente con dei flash, come la vita che giaceva addormentata nella pietra o nel metallo, come la mente che dormiva nella pianta o la ragione nascosta nei recessi della memoria dell'animale, velata da un apparato emotivo, sensoriale ed istintivo imperfetto. C'è in noi qualcosa di inespresso, che deve essere reso manifesto da un'illuminazione avvolgente che scende dall'alto. Nei nostri recessi più profondi vive imprigionata una divinità ed una divinità ancora più grande è pronta a discendere dalle sommità supermentali. Il segreto del nostro futuro sta nell'unione tra quella discesa e la forza risvegliata in noi. La grandezza dell'uomo non sta in ciò che è ma in ciò che rende possibile. La sua gloria sta nell'essere il laboratorio segreto nel quale il divino Artefice sta preparando la 'superumanità'. Egli partecipa ad una grandezza ancora maggiore perché, diversamente dalle forme inferiori della creazione, gli è permesso di essere parte cosciente del cambiamento divino. Il suo libero assenso, la sua volontà e la sua consacrazione sono necessari perché nel suo corpo possa discendere la gloria che lo sostituirà. La sua aspirazione è la voce della terra che chiama il Creatore supermentale. Se la terra chiama ed il Supremo risponde, proprio questo istante può essere il momento di quella trasformazione immensa e gloriosa. 51 L'INVOLUZIONE E L'EVOLUZIONE DELLA DIVINITA'
L'involuzione di uno Spirito supercosciente nella Materia incosciente è la causa segreta di questo mondo visibile. La soluzione dell'enigma terrestre è l'evoluzione graduale di una coscienza ed un potere infiniti, nascosti in una Natura apparentemente inerte ed insensibile, spinti ad emergere da una forza inarrestabile. La vita terrestre è la dimora scelta da una grande Divinità e ed il suo volere incommensurabile muterà questa buia prigione in uno splendido palazzo, in un tempio che arriva fino al cielo. La presenza della Divinità nel mondo è un enigma per la mente, ma alla nostra coscienza che si va ampliando sempre più sembrerà una presenza normale ed inevitabile. Liberati, entreremo nella stabilità immutabile di un'esistenza eterna che rivela la propria molteplicità assumendo innumerevoli forme mutevoli. Illuminati, diverremo consapevoli della luce indivisibile e della coscienza infinita che erompono in aggregazioni multiformi ed in molteplici rivoli di conoscenza. Dotati di un potere sublime, condivideremo l'azione incontenibile di una forza onnipotente che opera le proprie meraviglie a partire dalle limitazioni che ha scelto di avere. Centrati in una gioia perfetta, sperimenteremo la calma e l'estasi di una Delizia incommensurabile, di una gioia creatrice e comunicativa che si esprime eternamente con onde e ritmi molteplici, che manifesta se stessa ed il mondo in ondate di intensità sempre crescente, ondate che alternativamente si rivolgono verso l'esterno e verso l'interno. Tale, dato che siamo in essenza manifestazioni di quello Spirito, sarà la natura della nostra quadruplice esperienza nel momento in cui la Divinità in evoluzione manifesterà la propria azione senza più veli. Se la manifestazione si fosse svelata completamente fin dall'inizio, non ci sarebbe stato nessun problema terrestre, nessun tormento di crescita, nessuna faticosa ricerca di conoscenza, forza e gioia, nessun anelito ad un'esistenza immortale da parte della mente, della volontà e del corpo. Ma questa Divinità, sia in noi, che al di fuori di noi, nelle cose, nelle forze e nelle creature iniziò con un'involuzione nell'incoscienza della Natura e cominciò dalla manifestazione di ciò che si manifesta come il suo opposto. Da un'incoscienza, un'inerzia ed un'insensibilità cosmiche, da un camuffamento iniziale simile alla non esistenza, lo Spirito involuto nella Materia ha scelto di evolvere e di dar forma al proprio potere, alla propria luce, infinità e beatitudine in una sostanza recalcitrante e solo parzialmente duttile. Il significato dell'evoluzione terrestre sta nella liberazione lenta e progressiva dello Spirito latente. Il cuore del mistero è l'apparizione faticosa, il lento divenire di Qualcosa o Qualcuno di divino già involuto nella Natura fisica. Lo Spirito è là con tutto il suo potenziale, 52 a porre le basi della propria presenza nella sua stessa sostanza che ancora resiste. I movimenti successivi che portano all'emergere della vita, della mente, dell'intuizione, dell'anima, della supermente e della luce della Divinità sono già là, bloccati e compressi nel potere primigenio e nelle prime espressioni della Materia. Prima di qualunque evoluzione doveva necessariamente esserci l'involuzione del Divino Tutto che dovrà emergere, altrimenti non ci sarebbe stata un'evoluzione ordinata e dotata di significato ma una creazione continua di cose imprevedibili, non contenute, ne derivanti da ciò che le precede. Il mondo non è un'insieme apparentemente ordinato, gestito in modo fortuito da un Caso inesplicabile e nemmeno un meraviglioso ingranaggio ideato da una Forza incosciente o da una Necessità meccanica casualmente fortunate. Non è nemmeno una struttura concepita dalla fantasia o dalla volontà di un Creatore esterno e quindi necessariamente limitato. Ognuna di queste soluzioni, concepibili dalla mente, può spiegare un lato, un aspetto della realtà del mondo, ma esiste una verità più grande che sola può unire con successo tutti gli aspetti e svelare completamente l'enigma. Se tutto fosse davvero il risultato del Caso cosmico, non ci sarebbe alcuna necessità di un'ulteriore evoluzione; niente di superiore alla mente dovrebbe apparire nel mondo materiale, - come non sarebbe stato necessario che la mente si manifestasse nel vortice della materia, cieco e privo di significato. La coscienza stessa sarebbe solo un'apparizione casuale, uno strano riflesso allucinatorio, un fantasma originato dalla Materia. Se tutto ciò che esiste fosse il risultato dell'azione di una Forza meccanica, la manifestazione della mente non sarebbe stata necessaria al funzionamento dell'ingranaggio; questa invenzione meccanica e cieca, più sottile ma anche meno efficace, non sarebbe stata indispensabile. Nessun fragile cervello pensante avrebbe dovuto arrovellarsi per comprendere i complessi meccanismi del primo automa infallibile. Una supermente aggiunta a questa complessità brillante e penosa sarebbe stata ancora più superflua, una sorta di luminosa insolenza, nient'altro che l'assurda pretesa di una coscienza transitoria che si crede capace di governare e possedere la grande Forza incosciente che l'ha creata. O se un Creatore esterno e perciò limitato, in vena di esperimenti, fosse l'inventore della vita animale soggetta al dolore, della mente umana maldestra e pasticciona e di questo enorme universo in gran parte inutilizzato ed inutile, non ci sarebbe ragione per cui non avrebbe dovuto troncare lo sviluppo di un'intelligenza mentale nelle sue creature, pago dell'ingegnosità del proprio lavoro. Anche se fosse onnipotente ed onnisciente avrebbe potuto fermarsi lì perché, proseguendo, la creatura avrebbe rischiato di avvicinarsi troppo al livello del proprio Artefice. Se d'altra parte è vero che uno Spirito infinito, una Presenza Divina eterna, una Coscienza, una Forza e una Gioia Divine sono involute e nascoste 53 nella materia ed emergono lentamente, allora è inevitabile che i loro poteri, o i livelli ascendenti dell'unico potere, debbano emergere l'uno dopo l'altro fino a che non sia manifestata la pienezza della gloria ed una potente Realtà divina sia resa incarnata, dinamica e visibile. Tutte le nostre idee sulla natura delle cose sono considerazioni inconcludenti della nostra ragione assolutamente carente che cerca, nella sua visione limitata e nella sua pretesa autosufficienza, di valutare la probabilità dell'esistenza di un ordine universale che si sottrae ad ogni speculazione e rimane comunque e sempre un enigma. Il vero testimone e scopritore è la nostra coscienza che cresce; tale coscienza è al tempo stesso la manifestazione ed il potere del Divino in evoluzione; la sua crescita oltre l'incoscienza apparente dell'universo materiale è l'evento fondamentale, costante e progressivo della lunga storia della terra. Soltanto quando questa coscienza divina potrà ergersi nella pienezza del proprio potere conosceremo direttamente noi stessi ed il mondo, invece di afferrare brandelli di una parvenza di conoscenza. Il pieno potere della coscienza è la supermente o gnosi, - supermente perché per raggiungerla dobbiamo andare oltre ed ergerci al di sopra della mente, allo stesso modo in cui la mente ha superato la vita e la materia incosciente, gnosi perché da sempre in possesso della Verità ed essenzialmente costituita della sostanza dinamica della conoscenza. La vera conoscenza delle cose è preclusa alla nostra ragione, perché la ragione non è il potere essenziale del nostro spirito ma solo un espediente, uno strumento di transizione destinato ad interagire con la superficie delle cose e con i processi fenomenici. La vera conoscenza comincia solo quando la nostra coscienza può oltrepassare i suoi normali limiti nell'uomo: solo allora diviene direttamente consapevole del proprio sé e del Potere nel mondo ed inizia ad avere almeno un minimo di conoscenza per identità, l'unica vera conoscenza. Da allora in poi sa e vede, non più tramite la ragione che brancola tra informazioni esterne, ma attraverso un'esperienza sempre più forte e luminosa che illumina il sé ed il tutto. Infine diventerà una parte cosciente del Divino che si manifesta nel mondo; la sua vita diventerà uno strumento di evoluzione cosciente per quel Divino involuto che non è ancora rivelato nell'universo materiale.
L'EVOLUZIONE DELLA COSCIENZA
Tutta la vita è uno stadio, una manifestazione, dell'evoluzione progressiva dello Spirito che si dischiude e si rivela dopo essersi involuto nella Materia e che sta lavorando per manifestarsi in quella sostanza recalcitrante. Questo è il vero segreto della vita terrestre. Non dobbiamo 54 però cercare la chiave per svelare il segreto nella vita o nel corpo; il geroglifico non è nell'embrione o nell'organismo, puri mezzi fisici: l'unico mistero significativo dell'universo è l'apparizione e lo sviluppo di una coscienza nell'enorme muta ottusità della Materia. L'emergere della Coscienza da quella che poteva sembrare inizialmente un'Incoscienza, - ma si trattava solo apparentemente di incoscienza perché la coscienza è sempre esistita in forma mascherata e latente, poiché l'incoscienza della Materia non è altro che coscienza imbavagliata, la lotta che la Materia compie per ritrovarsi, per raggiungere la completezza che le è propria, per ritrovare la perfezione, la gioia, la luce, la forza, la regalità, l'armonia, la libertà, - tale è il miracolo continuo e naturale, il fenomeno onnicomprensivo di cui siamo al tempo stesso osservatori e parti coinvolte, strumenti e veicoli. La Coscienza, l'Essere, il Potere, la Gioia erano qui fin dall'inizio, profondamente imprigionati nella propria apparente negazione, in questa notte primigenia, nell'oscurità e nell'ignoranza della Natura materiale. Ciò che è, ed è sempre stato, libero, perfetto, eterno ed infinito, Ciò che è il tutto, Ciò che chiamiamo Dio, Brahman, Spirito, si è rinchiuso nei propri opposti. L'Onnisciente è sprofondato nell'Ignoranza, la Coscienza Pura si è mutata in Incoscienza, l'Eterna Saggezza è divenuta Ignoranza perpetua. L'Onnipotente si è rivestito di un'Inerzia cosmica che crea per mezzo della disintegrazione; l'Infinito si manifesta in una frammentazione illimitata; la Pienezza della Gioia si è ammantata di un'enorme insensibilità per superare la quale lotta attraverso il dolore, la fame, il desiderio e la sofferenza. In qualunque altro luogo il Divino è; qui nella vita fisica, nell'oscuro mondo materiale sembra quasi che il Divino non sia un essere ma soltanto un divenire. Theos ouk estin alla gignetai. Il divenire, l'emergere graduale del Divino dai suoi opposti fenomenici è il significato ed il fine dell'evoluzione terrestre. L'essenza dell'evoluzione non è lo sviluppo di un corpo sempre più organizzato, o di una vita sempre più efficiente, essendo questi soltanto strumenti e fenomeni esteriori. L'evoluzione è la lotta che la Coscienza addormentata nella Materia compie per risvegliarsi e ritrovare la propria libertà, per riconquistare se stessa e tutte le proprie possibilità, le più estreme, le più ampie, le più vaste e le più elevate. L'evoluzione è l'emancipazione di un'Anima che si rivela a Se stessa, nascosta nelle Forme e nelle Forze, è il lento divenire di una Divinità, la crescita di uno Spirito. L'uomo mentale non è la meta ed il fine di tale evoluzione, né il suo valore globale o il suo significato ultimo e più elevato; egli è ancora troppo piccolo ed imperfetto per essere il coronamento di questo potente travaglio della Natura. L'uomo non è il fine; è soltanto un termine intermedio, un essere di transizione, uno strumento intermedio dell'evoluzione. La natura dell'evoluzione e la posizione intermedia dell'uomo non sono immediatamente evidenti; ad un osservatore esterno 55 può sembrare che l'evoluzione, almeno quella fisica, sia finita molto tempo fa, producendo l'uomo come suo misero risultato migliore, e che non possano apparire nuovi esseri o creazioni superiori. Ma tutto ciò ci sembra vero finché guardiamo solo alle forme esteriori e non prestiamo attenzione all'intimo significato dell'intero processo. La materia, il corpo, la vita sono i fondamenti necessari al lavoro che doveva essere fatto. Non nascono nuove forme di vita perché la Forza Evolutiva non si occupa ora, o almeno non in modo preponderante, di far evolvere nuovi esseri, ma piuttosto nuovi poteri di coscienza. Creando un corpo eretto e capace di pensare, di progettare, di interrogare se stesso ed il mondo, di agire coscientemente su se stesso e sulle cose, la Natura, il Potere Divino, ha raggiunto ciò che il Suo fine segreto richiedeva; relegando ogni altra cosa nella sfera dei movimenti secondari, si è indirizzata verso il suo scopo a lungo celato e verso le sue forze più elevate. Tutto fino a quel momento è stato una lunga preparazione estremamente lenta; comunque in tutto questo lavoro lo sviluppo della coscienza che giunge nell'uomo al punto cruciale di svolta è rimasto celato nella Natura come suo unico vero scopo. Questa lenta preparazione ha richiesto eoni e spazi infiniti nei quali pareva non esistere altro fine; il vero scopo ci si presenta, almeno quando guardiamo con l'occhio esterno della ragione, come un evento accidentale avvenuto quasi alla fine, in un attimo brevissimo, in un piccolissimo angolo insignificante di una delle più piccole regioni di uno tra i tanti, infiniti universi. Potremmo comunque rispondere che il tempo e lo spazio non hanno alcuna importanza per l'Infinito e l'Eterno; per Quello non è uno spreco di energia - come lo sarebbe per le nostre brevi esistenze limitate dalla morte - lavorare miliardi di anni per sbocciare solo per un istante. Ma il paradosso è solo apparente - perché la storia della nostra terra non è l'intera storia dell'evoluzione - altre terre esistono altrove, e anche qui sul nostro pianeta sono esistiti molti cicli prima di noi e molti ne verranno. La Natura ha lavorato innumerevoli milioni di anni per creare un universo materiale di soli ardenti e di sistemi planetari; per un numero minore ma sempre enorme di milioni di anni si è degnata di rendere la terra un pianeta abitabile. Per tutto quel tempo incalcolabile era o sembrava occupata solo con l'evoluzione della Materia; la vita e la mente era tenute segrete in un'apparente non esistenza. Ma venne il tempo in cui la vita poteva avere una possibilità di manifestarsi: la vibrazione nel metallo, la crescita, lo sforzo, lo strattone e la tensione verso l'esterno della pianta, una forza e una sensibilità istintiva, un miscuglio di gioia e dolore, fame, emozione, paura e lotta nell'animale, - una prima coscienza organizzata, l'inizio del miracolo a lungo atteso. Da allora la Natura non si occupò più esclusivamente della Materia in quanto tale, ma della materia palpitante, del plasma utile per l'espressione della vita; l'evoluzione della vita divenne il suo unico scopo. E lentamente anche 56 la mente iniziò a manifestarsi nella vita, una mente dominata dall'emozione e capace di pensieri e progetti molto rudimentali nell'animale, un apparato totalmente organizzato nell'uomo, un essere mentale in via di sviluppo seppure ancora imperfetto, Manu, la creatura capace di pensare, progettare, aspirare, già dotata di autocoscienza. E da quel momento in poi la splendida preoccupazione della Natura, la sua grandiosa scommessa è stata lo sviluppo della mente e non un cambiamento radicale della vita. Il corpo pareva non evolvere oltre; la vita stessa nei suoi cicli evolveva solo quel tanto che serviva per l'espressione della Mente che si elevava ed espandeva il proprio potere nel corpo vivente; un'evoluzione celata ed interiore divenne da quel momento la più grande passione della Natura ed il suo unico fine. Se la Mente fosse tutto ciò che la coscienza è in grado di ottenere, se fosse la Divinità segreta, se non vi fosse nulla di più elevato, di più vasto, di più miracoloso, l'uomo potrebbe essere lasciato a perfezionare la propria mente ed a completare il proprio essere, e niente oltre a questo sarebbe necessario, niente di più per raggiungere la sommità della coscienza, per portarla all'estrema vastità e per tuffarsi nelle sue insondabili profondità. Perfezionando se stesso l'uomo porterebbe a compimento la Natura. L'evoluzione terminerebbe in un Uomo-Dio, coronamento dei cicli terrestri. Ma la Mente non è tutto, perché oltre la mente c'è una coscienza più grande, esistono una supermente ed uno spirito. Come la Natura ha lavorato nell'animale, l'essere vitale, per giungere a manifestare l'uomo, Manu, il pensatore, così sta lavorando nell'uomo, l'essere mentale, per riuscire a manifestare una divinità spirituale e supermentale, il Veggente consapovole della verità, colui che conosce per identità, il Trascendentale e l'Universale incarnati nella natura individuale. Dalla zolla, al metallo, alla pianta, dalla pianta all'animale, dall'animale all'uomo, fin qui ha compiuto il suo viaggio; un enorme sforzo ed un balzo stupefacente l'attendono ancora. Come è già passata dalla materia alla vita e dalla vita alla mente, così ora deve passare dalla mente alla supermente, dall'uomo al superuomo; questo è il golfo sul quale deve gettare un ponte, il miracolo supremo che deve compiere prima di poter smettere di lottare e di aspirare, per esistere nella radiosità di quella coscienza suprema, glorificata, trasfigurata e paga del proprio lavoro. Il subumano era un tempo il suo vertice supremo, l'umano che lo ha sostituito sfida ora il Tempo, ma, scopo e meta del futuro, il supermentale, il superuomo attendono di manifestarsi, una gloria di là da venire attende di essere raggiunta. 57 IL SENTIERO
Lo Yoga supermentale è al tempo stesso un'ascesa verso Dio e una discesa della Divinità nella natura incarnata. L'ascesa si può ottenere soltanto con l'aspirazione dell'anima, della mente, del vitale e del corpo, un'aspirazione potente e totale verso l'elevazione; la discesa avviene solo quando l'intero essere invoca con tutto sé stesso il Divino infinito ed eterno. Se l'invocazione e l'aspirazione esistono o nascono e crescono fino ad impossessarsi dell'intera natura, allora e solo allora sono possibili l'elevazione e la trasformazione sovramentali. L'invocazione e l'aspirazione sono solo requisiti di base; devono esserci anche come loro conseguenza un'apertura dell'intero essere al Divino ed una resa totale. L'apertura è un allargarsi dell'intera natura a tutti i livelli ed in tutte le sue parti per accogliere in se stessa senza alcun limite la più vasta Coscienza divina, Coscienza che già sovrasta, sostiene ed ingloba l'esistenza mortale e semicosciente. Nel ricevere non ci deve essere alcuna incapacità di contenere, nessuna incrinatura del sistema, della mente, del vitale, dei nervi e del corpo a seguito dello stress indotto dalla trasformazione. E' necessaria una ricettività infinita, una capacità crescente di sopportare l'azione della Forza divina sempre più insistente e forte. Senza tutto ciò non è possibile fare nulla di grande e duraturo; lo Yoga sfocerà in una rottura, in un rallentamento inerte o in un arresto invalidante e disastroso di un processo che deve essere assoluto ed integrale per non fallire. Ma dato che nessun sistema umano dispone di una ricettività infinita e di una capacità infallibile, lo Yoga supermentale può avere successo solo se la discesa della Forza Divina aumenta il potere personale e pareggia la forza dell'essere che riceve con la Forza che scende dall'alto per agire sulla natura di colui che riceve. Ciò è possibile solo se da parte nostra c'è un abbandono progressivo dell'essere nelle mani del Divino; è necessario un assenso totale ed immancabile, una volontà coraggiosa di lasciare che il Potere Divino faccia in noi tutto ciò che è necessario per il lavoro da compiere. L'uomo non può con il suo solo sforzo superare la propria umanità; l'essere mentale non può da solo, senza alcun aiuto, divenire lo spirito supermentale. Solo la discesa della Natura Divina può divinizzare il ricettacolo umano, perché i poteri della nostra mente, del vitale e del corpo sono costretti dai loro limiti e per quanto possano innalzarsi o espandersi non possono oltrepassare i limiti naturali. Ad ogni modo, l'uomo mentale può aprirsi a ciò che lo trascende ed invocare la discesa della Luce, della Verità e del Potere supermentali perché compiamo in lui ciò che la mente non può fare. Se la mente non può da sola superare se stessa, la supermente può discendere e 58 trasformarla a propria immagine. Se con il consenso sagace e l'abbandono vigile dell'uomo il Potere supermentale ha il permesso di agire in accordo alla propria intuizione profonda ed alla propria capacità di plasmare, produrrà lentamente o improvvisamente la trasformazione divina della nostra natura caduta ed imperfetta. La discesa della Forza, il lavoro, non è priva di cadute rischiose o di pericoli. Se la mente umana o il desiderio vitale si impossessano della forza che discende e cercano di usarla in accordo alle loro idee fallaci e limitate o ai loro impulsi egoistici ed imperfetti, - è ciò è in certa misura inevitabile finché l'essere inferiore non ha imparato qualcosa sul sentiero che conduce alla natura immortale,- non si possono evitare intoppi, deviazioni, ostacoli ardui ed apparentemente insuperabili, ferite e sofferenze ed anche la morte o la caduta totale non sono impossibili. Solo quando la mente, il vitale ed il corpo avranno appreso ad abbandonarsi totalmente al Divino, il cammino dello Yoga diventerà facile, diretto, rapido e sicuro. E deve trattarsi di un abbandono ed un'apertura diretti unicamente verso il Divino e non verso qualcos'altro. Infatti è possibile per una mente ottusa o per un vitale impuro arrendersi a forze ostili e antidivine scambiandole per il Divino. Non c'è errore più catastrofico. Perciò il nostro abbandono non deve essere passività cieca ed inerte a qua
 

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