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43. 12. Difficoltà e progresso D’, Quanto tempo durano le difficoltà nella sadhana? R’, Dipende dal sadhaka. D', In che senso dipende dal sadhaka? Significa che le difficoltà dureranno finché questi vorrà che durino? R’, Sì, oppure finché qualcosa in lui continui a causare le difficoltà. D', Perché quanto più lottiamo per affrontare le difficoltà della nostra natura tanto più queste aumentano? R’, Sono le forze avverse che attaccano perché temono che il successo nella sadhana tolga loro il dominio sugli uomini. D', Quando sono interiormente in una buona condizione e faccio uno sforzo sincero per progredire, trovo che le difficoltà aumentano. Perché? R’, Non siete il solo ad avere questa esperienza. È uguale per tutti. D', Se un sadhaka progredisce con difficoltà e ad ogni istante trova inciampi sul suo cammino, che senso ha rimanere all'Ashram? 219 R’, Non capisco bene la vostra domanda. Coloro che desiderano rimanere e sono sinceri nella sadhana, possono farlo quali che siano le difficoltà che incontrano. D', è inevitabile che i sadhaka debbano subire prove diverse imposte dal Divino finché non siano riusciti a superare i difetti della loro natura? R’, Non sono prove, è una legge naturale quella di dover superare queste difficoltà prima di poter realizzare lo scopo che lo yoga si prefigge. D', è vero che le forze ostili attaccano e creano perturbazioni nella sadhana per mettere alla prova la capacità dei sadhaka? R’, La funzione che le forze ostili si arrogano è di attaccare e turbare i sadhaka, ma se in loro non ci fossero movimenti sbagliati, d'imperfezione o debolezza, non rimarrebbero turbati. D', In che modo posso sapere se faccio o non faccio progressi nella sadhana e nella trasformazione del mio essere, mediante la Grazia e la Forza della Madre? R’, Se vi è progresso lo saprete. D', Certi sadhaka dell'Ashram dicono che non sanno se progrediscono o no perché non sentono nulla in loro che lo indichi chiaramente. Qual è la ragione? R’, Ciò dimostra semplicemente che non ne sono consapevoli. D', Ma si può dire che progrediscono ugualmente anche se non ne sono consapevoli? R’, Si possono avere esperienze senza capirle completamente; ma se non si sente nulla non si può dire che si facciano progressi. D', Se un sadhaka pensa continuamente alle sue debolezze e si sente perciò infelice, questa condizione sbarra la strada del progresso? R’, Sì, deve pensare più al Divino che a se stesso. D', In questi giorni mi pesano sulla mente molti ricordi della mia vita. Perché? R’, Emergono dal subconscio per essere eliminati. D', Come sbarazzarsene? R’, Rifiutateli a mano a mano che si presentano, non permettendo a nessuna parte del vostro essere di accettarli o d'interessarsene. 220 D', La maggior parte delle difficoltà e delle depressioni nella mia sadhana vengono dalla mia mente limitata e poco sviluppata. In che modo posso sbarazzarmi di questo difetto? R’, Lo yoga si sviluppa attraverso l'essere psichico; la mente non è la cosa più importante. D', Ma non è accertato che le difficoltà e le depressioni sono causate da una mente limitata e poco sviluppata? R’, è piuttosto la scontentezza vitale, o l'ignoranza e l'inerzia (tamas) della coscienza fisica. D', Qual è il mezzo più rapido e più efficace per eliminare l'inerzia (tamas) da tutte le parti dell'essere? R’, Fare appello alla Forza divina perché agisca. D', Perché il mio corpo è così inerte e pesante? R’, Dipende se è d'accordo col vitale o no. La natura del corpo è tamasica ed è il vitale che la spinge a muoversi e se ne serve come strumento. Se il vitale è illuminato, la Forza divina può sempre agire sul corpo. D', Quando si può dire che il vitale è illuminato? R’, Il vitale non deve soltanto rifiutare tutti i moti inferiori, ma aprirsi a ricevere la luce che viene dall'alto per fargli conoscere e ricevere la Volontà divina e i suoi impulsi. Solo allora si può dire che è un vitale illuminato. D', Nelle sue Conversazioni la Madre dice: Il vero movimento vitale è bello e magnifico . Qual è questo vero movimento vitale? R’, è un movimento della natura divina del vitale, non pieno di egoismo, di passione egoistica e di desiderio, come è generalmente il caso degli uomini. D', Come posso sbarazzarmi delle difficoltà che vengono dall'azione e dal contatto con gli altri? R’, Rifiutando l'ego e il desiderio, vivendo e lavorando solo per il Divino. D', Quando un sadhaka si sforza di elevarsi alla coscienza superiore, in che modo può evitare di essere attirato in basso dall'influenza dell'ambiente che lo circonda? R’, Rimanendo indifferente, e mediante la concentrazione su ciò che è in alto. D', I pensieri (buoni o cattivi) che formuliamo e che riguardano gli altri, influiscono su di loro? 221 R’, Sì, influiscono. D', è possibile che i desideri, i dubbi, ecc., possano passare a un'altra persona? R’, Tutto può passare dall'uno all'altro. Ciò avviene in ogni momento nel mondo intero. D', Come si può sapere se un desiderio o un dubbio viene da un'altra persona? R’, Dobbiamo esserne consapevoli. D', è vero che è molto nocivo osservare i difetti degli altri e criticarli? Quest'abitudine non è un grande ostacolo per la sadhana? R’, Sì, è vero. Il vitale inferiore prende un vile e meschino piacere a cercare i difetti degli altri e di conseguenza sbarra la strada al proprio progresso e a quello della persona criticata. D', I pettegolezzi sono anche un ostacolo per la sadhana? R’, è possibile, ed è spesso il caso. Uno spirito pettegolo e sempre un ostacolo. D', è vero che se un sadhaka commette uno sbaglio interiore o esteriore, altri nell'Ashram ne soffrono? R’, Crea un cattivo influsso nell'atmosfera dell'Ashram ed apre le porte alle forze ostili. D', è vero che quando i sadhaka sentono malessere o turbamento è perché hanno agito contro la volontà divina? R’, Proviene da ciò che dite o dalle imperfezioni della loro natura. D', Quando i sadhaka hanno superato tutte le difficoltà e tutti gli ostacoli, perché non abbandonano il mondo per sempre? R’, Perché dovrebbero abbandonarlo? Se i sadhaka superano veramente le loro difficoltà, la coscienza superiore si stabilisce parzialmente sulla terra... ma che avviene allora del resto del mondo e della sua evoluzione imperfetta? D’, In che modo un sadhaka può evitare le malattie? R’, Le malattie possono cessare completamente di venire soltanto dopo la conquista della natura materiale. D', Se per una ragione qualsiasi un sadhaka si ammala, cosa deve fare per allontanare da sé la malattia? R’, La maggior parte delle malattie può essere eliminata quasi immediatamente mediante la fede e un'invocazione alla Forza. Le malattie croniche sono più difficilmente eliminabili, ma anch'esse 222 possono essere eliminate impiegando con perseveranza gli stessi sistemi. D', Può un sadhaka servirsi dei mezzi fisici, come per esempio delle medicine, per guarire? R’, I mezzi fisici possono essere usati quando sia necessario, ma la Forza divina dev'essere dietro a questi mezzi, che devono essere impiegati con discernimento e soltanto in caso di necessità. D', è vero che le malattie possono venire a un sadhaka a causa della mancanza di fede nel Divino? R’, Provengono da diverse cause, quello di cui parlate è uno stato che favorisce la loro venuta e un ostacolo per la guarigione. 13. Sesso, Cibo, Sonno D’, è vero che nella sadhana il desiderio sessuale è il più grande ostacolo? R’, Per lo meno uno dei più grandi. D', Il desiderio sessuale aumenta mangiando di più? R’, Sono piuttosto certi tipi di cibo che lo fanno aumentare, per esempio la carne, le cipolle, i peperoncini, eccetera. D', è vero che la cupidigia, la collera, la gelosia, ecc., accompagnano il desiderio sessuale? R’, Lo accompagnano generalmente, non sempre. D', La Madre ha detto: La forza di certi impulsi, come quello del sesso, si deve generalmente al fatto che la gente se ne occupa troppo. Cosa vuol dire? R’, Se si pensa sempre ad essi e si lotta per liberarsene significa che ce se ne preoccupa troppo. D', Cosa si deve fare allora? R’, Staccarsene, pensare meno al sesso e più al Divino. D', La Madre ha detto, a proposito dei pensieri sessuali, che non è bene cercare di dominarli mediante la coercizione, di reprimerli e sedervisi sopra. Cosa si deve fare? R’, Le parole della Madre sono chiare. Se vi riempite di pensieri che riguardano il sesso e poi, in un modo o nell'altro, cercate d'impedir loro di manifestarsi, ciò significa tenerli dentro, sedercisi sopra. È lo stesso per la collera e le altre passioni. Bisogna rifiutarle, gettandole lungi da sé, non conservarle nell'intimo. 223 D', Avete detto che il controllo di un falso movimento lo sopprime soltanto, e che per eliminarlo completamente bisogna rifiutarlo. A cosa serve allora il controllo della spinta sessuale, della collera, della paura, eccetera? R’, Se non riuscite a rifiutarlo, allora dev'essere controllato. Il controllo v'impedisce almeno di essere lo schiavo degli impulsi vitali. Una volta che riusciate ad esercitare il controllo, vi sarà più facile compiere con successo il rifiuto. L'assenza di controllo non conduce a un rifiuto coronato da successo. D', Mediante quale processo l'energia sessuale viene cambiata in ojas? (23) R’, Se dev'essere fatto attraverso un processo, dev'essere mediante la tapasya (il controllo della mente, della parola e dell'azione); l'energia seminale verrà allora spinta in alto mediante la volontà. Ma ciò potrà essere fatto più efficacemente attraverso la discesa della Forza, dalla sua azione sul centro sessuale e dalla trasformazione che ne risulta, come del resto per tutte le altre cose nel nostro yoga. D', Il digiuno giova alla nostra sadhana? R’, Il digiuno non giova alla nostra sadhana. D', I sensi vengono meglio controllati se si mangia poco? R’, No, li si esaspera semplicemente; è preferibile mangiare con moderazione. Chi digiuna si esalta facilmente e può perdere il proprio equilibrio. D', Divenire vegetariani giova al controllo dei sensi? R’, Evita qualcuna delle difficoltà che impegnano chi mangia carne, ma non basta essere vegetariani per avere un buon controllo sui sensi. D', Il sonno è ancora necessario a chi abbia raggiunto la coscienza superiore? R’, Il sonno è necessario fino a quando si possiede un corpo le cui funzioni non siano completamente trasformate. D', Perché la mente e il vitale sono così attivi durante la notte? Come si può controllare questa attività? R’, è la loro funzione. Agiranno finché non si divenga perfettamente coscienti durante il sonno. 23 Energia primigenia; energia fisica e fisico-vitale in cui retas (lo sperma) può essere trasformato attraverso la purificazione. 224 D', Nella prima parte e nella parte centrale del mio sonno si verifica una grande attività mentale e vitale, mentre nell'ultima parte questa attività diminuisce e si presentano allora sogni simbolici e intimazioni di una conoscenza superiore. Qual è il motivo? R’, Nel sonno si passa generalmente attraverso una lunga successione, da un livello di coscienza a un altro più profondo sino a raggiungere la coscienza psichica, ove si sosta... Oppure si passa attraverso stati sempre più elevati sino al riposo in un silenzio e in una pace qualsiasi. I minuti che si passano in questo riposo sono il vero sonno ristoratore. Se non si entra in questi stati, non si ha che un mezzo riposo. Quando vi avvicinate all'una o all'altra di queste zone di riposo, incominciate ad avere quella specie di sogni superiori cui fate cenno. D', Cosa si deve fare per passare durante il sonno alla coscienza superiore o a quella psichica, e per riposarvisi? R’, Lo si fa inconsciamente; per farlo in modo cosciente e controllarlo si deve avere un sonno cosciente. D', Come si può rendere leggero un sonno pesante e subcosciente? R’, Facendo intervenire uno stato di maggiore coscienza. D', Ho notato che mezz'ora di riposo durante la giornata mi rinfresca più che cinque o sei ore di sonno notturno. Qual è la ragione? R’, Durante il giorno deve prodursi un tipo diverso di sonno, meno pesante, con minor tempo passato nel subconscio. D', Certi dicono di avere un sonno senza sogni. È possibile? R’, Vogliono soltanto dire che quando si svegliano non ricordano di aver sognato. Nel sonno la coscienza se ne va su altri piani ed ha delle esperienze; quando, al ritorno, la mente fisica le traduce perfettamente o imperfettamente, si chiamano sogni. Durante il sonno si hanno sempre tali sogni; certe volte ce ne ricordiamo ed altre no. Talvolta si scende molto in basso nel subconscio; i sogni vi sono, ma così in profondità che quando si esce dal sonno non si è coscienti di aver sognato. D', I sogni hanno un significato? I sogni del subconscio hanno un senso? 225 R’, Quando non è dovuto al subconscio un sogno può essere simbolico, o essere l'esperienza che si ha in uno dei piani ultrafisici. Può essere anche una formazione fatta su quel piano da una forza mentale, vitale od altra, oppure, in casi più rari, l'indicazione di un avvenimento qualsiasi, reale o probabile, nel passato, nel presente o nel futuro. Un sogno del piano subcosciente non ha senso; è semplicemente un khichadi (24) d'impressioni e di ricordi lasciati dal passato nel subconscio. D', In un sogno ho visto uomini che si arrampicavano con molta difficoltà su per una parete rocciosa. Io ero con loro. Dopo un certo tempo mi sentii stanco e smisi di arrampicarmi incominciando a chiedermi cosa dovevo fare. Immediatamente sentii una forza che, sollevandomi leggermente, mi portò sulla vetta della montagna dove vidi molte belle case con varie luci e colori. Mi sono allora svegliato. Cosa significa questo sogno? R’, è il simbolo di due metodi, l'uno dello sforzo personale, l'altro dell'azione della Forza della Madre che conduce il sadhaka. D', Ho spesso cattivi sogni sul piano vitale. Come evitarli? R’, Nello stato di veglia si deve volere che tali sogni non avvengano; per esempio, si deve avere questa volontà prima di addormentarsi. Non riuscirà subito, ma con un po' di pratica ci arriverete. Oppure aspirate a divenire più cosciente durante il sonno. D', Talvolta, quando qualcosa mi attacca nel sogno, posso sbarazzarmene ripetendo il nome della Madre. Anche il nome della Madre possiede un potere? R’, Sì, certamente, vi è sempre un potere nel nome.
 

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