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40. 192 Elementi dello Yoga Traduzione a cura di Nata Questo libro riunisce alcune risposte che Sri Aurobindo diede per iscritto a domande elementari sullo Yoga, postegli negli anni 1933-36. 1. Vocazione e attitudine allo Yoga Domanda, In che modo si può sapere, prima d'incominciare lo yoga, se si è preparati ad intraprendere la via spirituale? Risposta, Come è possibile saperlo prima di aver messo il piede sul sentiero? Si può soltanto conoscere se esiste o non esiste aspirazione, se si sente o no la chiamata interiore. D', Avete detto che per entrare nella via dello yoga basta sapere se l'anima abbia o meno sentito la chiamata allo yoga ... Come è possibile sentirla chiaramente senza prima essere entrati nel sentiero? R', Si tratta di sentirla o di non sentirla. Non esiste un come si può saperlo . O si sa o non si sa, si sente o non si sente. Non avete bisogno di chiedervi se siete felice, in collera o triste. Lo sapete subito. D', Come è possibile sapere se esiste in noi una possibilità spirituale? R', Nessuno lo sa. Quando l'anima vi trascina, vi volgete verso il Divino. È tutto. D', Volete dirmi se esiste in me una possibilità di realizzazione spirituale? R', è una perdita di tempo porsi una tale domanda. Una volta che siete entrato nel sentiero dello spirito, non dovete far altro che continuare ad affidarvi al potere della Madre e non alle vostre possibilità. D', Non è forse vero che chi entra nello yoga senza essere pienamente cosciente della propria natura e delle proprie possibilità corre il rischio di cadere in difficoltà? 193 R', Chi possiede la piena conoscenza, o anche una conoscenza qualsiasi quando entra nel sentiero dello yoga? Tutti sono ignoranti: è lo yoga che conduce alla conoscenza. D', Talvolta qualcuno entra nel sentiero perché sente l'aspirazione e il richiamo, che però abbandona subito dopo. Qual è la ragione? Non è forse dovuto al fatto che questo qualcuno non ha soppesato abbastanza attentamente le possibilità della sua natura prima d'iniziare il cammino spirituale? R’, Perché la sua aspirazione diminuisce o perché non rimane fedele al richiamo. Non si tratta di aver soppesato o meno. Vi ho detto che nessuno può conoscere o giudicare in anticipo. D', Certuni dicono che, a meno che la natura non sia interamente purificata, non può esserci vero inizio dello yoga. È esatto? R', è assurdo. D', è vero che si può essere accettati dalla Madre solo se si hanno esperienze e realizzazioni nella sadhana (17), e finché non se ne hanno avute e si vive nella coscienza ordinaria non si viene accettati? R', Perché la Madre dovrebbe rifiutarli? Cosa volete dire per accettati ? D', Se un sadhaka non può aprirsi pienamente alla Madre a causa degli ostacoli della sua natura, può la Madre rifiutarsi di accettarlo? R', è una domanda priva di senso. Tutti coloro che qui seguono lo yoga sono stati accettati dalla Madre, ed accettati significa essere ammessi a partecipare allo yoga, accettati quali discepoli. Ma il progresso e la siddhi (18) dipendono dal grado di ricettività. D', Quando un sadhaka trova continuamente serie difficoltà nella sadhana e non riesce a disfarsi della natura inferiore, chi lo può aiutare a conservare la fede e a perseverare sul sentiero? R’, Chi può disfarsi completamente della natura inferiore? Tutto ciò che si può fare è aspirare, rifiutare gli impulsi inferiori e invocare il Divino affinché faccia il resto. 17 La pratica dello yoga e della sua disciplina. Sadhaka è chi segue la sadhana. 18 Realizzazioni o poteri acquisiti nelle pratiche dello yoga. 194 D', La Bhagavad Gîta dice che su molte migliaia di persone solamente qualcuna cerca il Divino e che di queste solo una o due al massimo possono raggiungerlo. È vero? R', Se si cerca di avanzare confidando nella propria forza, poco numerosi sono coloro che possono farlo, ma diviene perfettamente possibile mediante la fede nel Divino e nella sua Grazia. D', Qual è lo scopo finale di un sadhaka? Non è forse quello di divenire uno yogi? R’, Lo scopo finale è quello di unirsi pienamente al Divino. Quando l'unione diviene costante lo si può chiamare yogi, ma l'unione dev'essere completa. Vi sono yogi che hanno l'unione solo sul piano spirituale, altri attraverso quello mentale e il cuore, altri nel vitale. Nel nostro yoga ci si deve unire al Divino, anche con la coscienza fisica e sul piano supermentale. 2. La base D', Quando si può dire che per un sadhaka le basi fondamentali della sua sadhana sono state gettate? R’, Quando la calma, l'equanimità (19) e la devozione sono saldamente stabilite, e la continuità dell'esperienza spirituale assicurata. D', Qual è il miglior modo di stabilire la pace e l'equanimità nella natura? R’, La pace e l'equanimità sono sempre al di sopra di voi in attesa di essere chiamate a scendere nella mente, nel vitale e nel corpo. Quando qualcosa vi turba dovete rifiutarlo e anche rifiutare lo stesso turbamento. D', La calma e l'equanimità scendono dall'alto mediante la Grazia della Madre? R’, La discesa si deve all'aspirazione e alla Grazia della Madre. D', Qual è il vero segno che l'equanimità si è stabilita nella natura? Consiste forse nel ricevere i turbamenti che vengono dall'intimo o dall'esterno con calma perfetta e senza far nulla per porvi rimedio? 19 Equanimità rende la parola sanscrita samata, che significa invariabilità d'animo, tranquillità assoluta davanti ad ogni contingenza, sia questa gradevole o sgradevole. 195 R’, Consiste nel guardarli in faccia senza turbarsi e rifiutarli con calma. Che si cerchi o non si cerchi di porvi rimedio non ha importanza. Se si vuole agire contro tali turbamenti, dev'essere fatto con calma, senza collera, senza agitazione, tristezza o qualsiasi altro movimento che tormenti. D', Quando una persona raggiunge la samata o equanimità, si può dire che è senza ego? R’, Samata non vuol dire assenza d'ego, ma assenza di desiderio e di attaccamento. Il senso dell'ego può sparire o rimanere sotto una forma sottile o densa, a seconda delle persone. D', La discesa del Divino vuol dire discesa della Pace, della Purezza e del Silenzio? R', Questa sarebbe una discesa parziale del Divino, non la discesa integrale. D', Quando la Pace scende nel mio essere, sento il gioco di una forza superiore. Questa forza è diversa dalla forza della Pace? R’, La pace è la condizione per la giusta azione della Forza. La Forza e la Pace sono due diversi poteri del Divino. D', Come si può sviluppare la capacità di ricevere la Forza divina? R’, La tranquillità di spirito è la prima condizione, per il resto valgono l'aspirazione e l'abhyasa (La pratica continua dello Yoga) D’, Qual è il senso esatto di mente calma ? Significa che nessun pensiero deve attraversarla? R’, No. L'assenza di pensieri non è necessaria. Quando non vi sono pensieri è il silenzio. Si può dire che la mente è calma quando i pensieri, i sentimenti, ecc., l'attraversano senza suscitare turbamenti; sente che i pensieri non le appartengono; li osserva senza che nulla turbi la sua quiete. D', Qual è il vero senso di attività e passività nella sadhana? R’, Attività nell'aspirazione, nella tapasya (20) e nel rifiuto delle forze contrarie; passività davanti alla vera azione della Forza della Madre. Questo è il giusto atteggiamento nella sadhana. 20 La pratica di una disciplina e, in generale, di austerità per uno scopo determinato. 196 3. L'aspirazione D’, Cosa si deve intendere per aspirazione spirituale? R’, L'aspirazione verso le cose dello spirito, verso l'esperienza e la realizzazione spirituali, verso il Divino. D', Volontà e aspirazione sono la stessa cosa? R’, Certamente no. L'aspirazione è un'invocazione al Divino, la volontà è la pressione di una forza cosciente sulla Natura. D', La preghiera è la stessa cosa dell'aspirazione? R’, è un'espressione dell'aspirazione o può esserlo. Vi sono preghiere che esprimono soltanto un desiderio, per esempio, quando si prega per avere la ricchezza, il successo mondano, eccetera. D', Qual è la differenza fra aspirazione e apertura? R’, Non c'è nessun rapporto fra le due, salvo che l'aspirazione produce l'apertura. Apertura vuol dire che la coscienza si apre alla Verità o al Divino a cui fino a quel momento era chiusa. Indica uno stato di ricettività. L'aspirazione è un richiamo che si sente nell'essere, non un'apertura. D', L'aspirazione che proviene dal vitale è della stessa natura di quella che viene dal cuore? R’, No. L'aspirazione vitale è dinamica, è un richiamo della Forza di Vita. Quella del cuore può essere emotiva o psichica. D', Il potere d'aspirazione varia secondo i sadhaka e la loro natura? R’, No. L'aspirazione è lo stesso potere per tutti; differisce soltanto in purezza, intensità e scopo. D', Una persona dalla volontà debole può fare progressi mediante la sola aspirazione? R’, No. Essa deve aumentare il proprio potere di volontà o fare appello a una Forza superiore perché lo faccia in sua vece. D', Se la volontà è debole, il suo potere può essere aumentato mediante l'aspirazione? R’, Sì. È possibile, se ci si rivolge alla Volontà divina. D', Perché l'aspirazione è a volte lenta e a volte rapida? R’, è così in tutti, la natura non può sempre procedere a grandi passi. D', Ci viene richiesto di mantenere un'aspirazione continua. Perché dunque, se la natura non può avanzare sempre a grandi passi? 197 R’, Se la vostra aspirazione non è costante, la natura ricadrà nei vecchi moti inferiori. D', Se il sadhaka non è portato verso un'intensa aspirazione, e se d'altra parte gli ostacoli della sua natura gli offrono grande resistenza, può avanzare ugualmente nella sua sadhana? R’, Immagino che non potrà avanzare che lentamente. D', Quando il sadhaka non riesce ad aspirare e non ha esperienze spirituali, cosa deve fare per seguire la sadhana? R’, Deve mantenere vivo nella sua mente il ricordo della Madre, rimanere tranquillo e chiamare a sé la Forza di Lei. D', è possibile per un sadhaka realizzare pienamente il Divino, sin dai primi momenti, mediante il potere dell'aspirazione? R’, Se l'essere psichico è completamente puro e se esiste una vera aspirazione spirituale, è possibile, anche se raro. D', Sento che l'aspirazione aumenta grazie alla Volontà e alla Grazia della Madre. Non è così? R’, Sì, ma soltanto se aspirate. D', Mi avete richiesto di aspirare incessantemente. Ma vedo che è la Forza della Madre che mantiene viva questa aspirazione, che la fortifica e l'aumenta. Qual è dunque lo sforzo personale da compiere? R’, è vero che la Forza della Madre aspira in voi, ma se non vi è consenso da parte della coscienza personale, la Forza non può agire. Se questa coscienza personale cerca costantemente il Divino ed accetta la sua azione, l'aspirazione e l'azione della Forza divengono continue. D', Non è forse vero che la coscienza personale dei sadhaka è messa in moto dalla Madre e che tutte le sue azioni vengono da Lei dirette? R’, Allora, se la vostra coscienza personale compie movimenti falsi, è alla Madre che si deve imputarne la responsabilità? D’, Se l'essere superiore di un sadhaka non è aperto alla azione della Madre, non è forse vero che la Madre agisce nel suo essere inferiore facendogli commettere errori in modo che la sofferenza che ne deriva gli insegni a volgere verso di Lei il suo essere superiore? R’, La Madre non spinge gli esseri a commettere errori; è la Prakriti (La Natura, l'energia attiva ed esecutiva del cosmo) che lo 198 fa, se il Purusha (L'Anima o Sé silenzioso che osserva senza intervenire) non rifiuta il proprio consenso. La Madre non è la Prakriti inferiore, ma è la Shakti (Il Potere divino, la Forza cosciente del Divino.) divina, e il suo lavoro è di premere sulla Natura inferiore per cambiarla. Potrete dire che sotto questa pressione, la Prakriti inferiore inciampa, non può rispondere perfettamente e di conseguenza commette degli errori. Non è quindi la Madre che vi spinge a compiere movimenti falsi o che li fa in voi, se tale è il vostro modo di credere rischiate di assecondare questi movimenti o la loro continuazione. D', Ma non è forse vero che la stessa Prakriti viene dal Divino? In tal caso non è essa stessa un potere e una parte della Madre divina? R’, Tutto viene dal Divino, ma la Prakriti inferiore è un potere dell'Ignoranza, non un potere della Verità, è soltanto una mescolanza di verità e di menzogna. La Madre non rappresenta il Potere dell'Ignoranza, ma il Potere che è qui per toglierci dall'Ignoranza per condurci alla Verità. D', In che modo il mio sforzo personale dev'essere diretto per favorire l'azione della Madre? R’, Mediante un'apertura e un consenso sempre più grandi per le vere cose: la Pace, la Luce, la Verità, la Felicità (ananda). Mediante il rifiuto dei falsi movimenti quali la collera, la menzogna, la cupidigia, eccetera. D', Quali sono gli ostacoli che impediscono a un sadhaka di accettare integralmente l'azione della Madre sulla propria natura? R’, L'ostinazione, l'egoismo, le passioni vitali, l'amor proprio, i desideri personali, eccetera. D', Se una persona possiede una vera aspirazione, è vero che il Divino ne fa uno strumento valido e scende in essa anche se ha una mente limitata e ignorante? R’, Sì, se la mente non è meschina, troppo limitata e soddisfatta della propria limitazione. D', Che vuol dire soddisfatta della propria limitazione ? R’, Gli uomini amano le loro limitazioni; sono attaccati alle loro idee, alle loro opinioni, alle loro preferenze e ai loro limitati sentimenti, si turbano, s'irritano o incominciano a dubitare quando 199 qualcosa tenta di ampliare il loro spirito, ecco cosa voglio dire con soddisfatta della propria limitazione . D', Certuni dicono che un erudito in possesso di un'intelligenza bene sviluppata compie progressi più rapidi nella sadhana di una persona senza istruzione e dall'intelligenza non molto sviluppata, anche se l'aspirazione è identica in ambedue. È vero? R’, Non esiste nessuna regola di questo genere. È preferibile che la mente sia forte e sviluppata, ma l'erudizione non crea necessariamente una mente forte e sviluppata. D', Voi dite che l'erudizione non crea una mente forte e sviluppata. In che modo diviene allora forte e sviluppata se non mediante l'erudizione? R’, Lo diviene automaticamente grazie alla volontà di sapere correttamente, ampiamente e mediante una ricettività flessibile alla verità. D', Per ricevere la Grazia divina è necessario che una persona dallo spirito debole e limitato si sforzi di renderlo forte e sviluppato, o può affidare alla Grazia stessa il compito di prepararlo per la sua discesa? R’, Dipende dalla persona. Una mente debole e limitata rappresenta un ostacolo per la sadhana, ma il sadhaka può sforzarsi di renderla più ampia. Se il cuore è forte e vero, e l'essere psichico attivo, può affidarsi alla Forza divina perché lo faccia nel corso dello yoga. D', è necessario per un sadhaka leggere libri che lo aiutino a educare la mente e a sviluppare la sua cultura? R’, Non è attraverso la lettura che può farlo, ma tentando di pensare e vedere chiaramente. La lettura è qualcosa di assolutamente secondario. Si possono leggere migliaia di libri e rimanere fondamentalmente limitati e stupidi. D', è vero che la satsanga (La compagnia di santi uomini) crea e aumenta l'aspirazione per il Divino? R’, Sì.
 

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