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39. Questo dipende da certe condizioni che non hanno nulla a che vedere con la maggiore o minore capacità per lo Yoga, ma piuttosto, come voi dite, da una predisposizione del cuore ad aprirsi al Sole dell'Influsso Divino. L'assenza d'amore e di simpatia non è una condizione indispensabile per essere vicini al Divino; al contrario, il senso di vicinanza e di unità con gli altri fa parte della coscienza divina, nella quale penetra il sadhaka nell'avvicinarsi e nel sentirsi uno con il Divino. Un completo rifiuto di ogni rapporto è certamente l'aspirazione finale del mayavadin e, nello yoga ascetico, si considera come un promettente segno di progresso verso la liberazione, moksha, la perdita totale dei rapporti di amicizia, di affetto, di attaccamento al mondo e agli esseri viventi che lo abitano; tuttavia, penso che anche in quel caso un sentimento di unità e di una distaccata simpatia spirituale per tutti, sia per lo meno il penultimo stadio, come lo è la compassione per i Buddisti, prima di entrare in un moksha o Nirvana. In questo Yoga, invece, il senso di unione con gli altri, di amore, di gioia e di ananda universali, sono una parte essenziale della liberazione e della perfezione e lo scopo della sadhana. D'altra parte, la società umana, l'amicizia, l'amore, l'affetto e la simpatia umani sono fondati, nella maggior parte dei casi (non in tutti né completamente), su basi vitali e, nella loro parte centrale, sono sotto il dominio dell'ego. Se gli uomini amano, è generalmente 183 per il piacere di essere amati, per il piacere che hanno di ampliare il proprio ego mediante il contatto con altri e per la reciproca penetrazione di uno spirito con un altro, per l'allegria degli scambi vitali che nutrono la personalità, vi sono ancora molti altri moventi ancor più egoistici che si mescolano con questo movimento essenziale. Vi sono certamente superiori elementi spirituali, psichici, mentali e vitali, che intervengono o possono intervenire; ma, anche nelle migliori condizioni, tutto è molto confuso. Per questo, a un certo stadio, con o senza apparente motivo, il mondo, la vita, la società, le relazioni umane e la filantropia (che come tutto il resto è dominata dall'ego) cominciano a non più interessare. Certe volte vi è una ragione apparente: la delusione del vitale di superficie, il ritrarsi dell'affetto da parte degli altri, l'osservare che coloro che si amano, o gli uomini in generale, non sono ciò che si pensava che fossero, e una quantità di altre cause; ma spesso la causa è una segreta delusione in qualche parte dell'essere interiore, non riprodotta o non ben riprodotta nella mente, perché si aspettava da queste cose quello che non possono dare. È il caso di molti che si volgono o sono spinti verso la vita spirituale. Per certuni prende una forma di vairagya, che li spinge verso l'indifferenza ascetica che dà loro la profonda aspirazione per moksha. Noi consideriamo necessario che questa mescolanza scompaia, e che la coscienza si stabilisca su un livello più puro (non soltanto spirituale e psichico ma su una più pura e più alta coscienza mentale, vitale e fisica) in cui non esistano tali mescolanze. Allora si dovrà sentire il vero ananda di unione e di amore, di simpatia e di comunione basato sullo spirito ed esistente in sé, ma che si esprime attraverso le altre parti della natura. Se ciò deve succedere appare evidente la necessità di un cambiamento; la vecchia forma di questi movimenti deve cadere e lasciare il posto ad un nuovo ed elevato sé che dischiuda il proprio modo di espressione e di realizzazione propria e del Divino attraverso queste cose. Tale è la sua verità interiore. Perciò considero che lo stato che descrivete sia un periodo di transizione e di cambiamento, negativo al principio, come spesso succede, perché in tal modo possa crearsi uno spazio vacante in cui il nuovo positivo possa apparire per abitarlo e colmarlo. Ma il vitale, non avendo un'esperienza lunga e continua e neppure sufficiente o completa di ciò che deve riempire quel vuoto, risente soltanto la 184 perdita e la rimpiange, anche se un'altra parte dell'essere, un'altra parte dello stesso vitale è pronta a lasciar partire ciò che sta scomparendo e non cerca di trattenerlo. Se non fosse per questo moto del vitale (che nel vostro caso è stato molto forte, vasto, avido di vita). La scomparsa di queste cose apporterebbe, almeno dopo un primo senso di vuoto, solo una sensazione di pace, di sollievo, e un'attesa tranquilla di cose più grandi. Ciò che è destinato a riempire all'inizio il vuoto, vi è stato indicato dalla pace e dalla gioia che sono venute a voi come il tocco di Shiva. Naturalmente questo non è tutto, ma solo un principio, la base per un nuovo sé, una nuova coscienza, un'attività di una più grande natura; come vi ho detto, una calma e una pace spirituali profonde costituiscono la sola base stabile per una bhakti e un ananda duraturi. In questa nuova coscienza si avranno nuove basi per i rapporti con gli altri; infatti, un'avidità ascetica o una solitudine desertica non potrebbero essere il vostro destino spirituale, poiché non si accorderebbero con il vostro svabhava che è fatto per la gioia, l'ampiezza, l'espansione, e per un movimento comprensivo della forza vitale. Dunque, non scoraggiatevi: aspettate l'azione purificatrice di Shiva. Nello yoga l'emozione è un elemento favorevole, ma il desiderio emotivo diventa facilmente causa di perturbazione e di ostacolo. Rivolgete le vostre emozioni verso il Divino e aspirate alla loro purificazione; diverranno allora un aiuto sul cammino e non più causa di sofferenza. Non sopprimere l'emozione e rivolgerla verso il Divino è la giusta via nello Yoga. Ma essa dev'essere purificata, fondata sulla gioia e sulla pace spirituali, e capace di trasmutarsi in ananda. L'equanimità e la calma mentali e vitali, ed un'intensa emozione psichica nel cuore, possono perfettamente essere in armonia. Mediante la vostra aspirazione, risvegliate nel cuore il fuoco psichico che sempre arde per il Divino; è il solo modo per liberare e realizzare la natura emotiva. 185 7. Colori, Simboli, Visioni La frequente visione di luci come quelle che descrive nelle sue lettere è generalmente un segno che il veggente , nello stato di veglia, non è limitato dalla superficie esteriore della coscienza, ma possiede una capacità latente, che può benissimo essere sviluppata mediante l'esercizio e la pratica, capace di penetrare nelle esperienze della coscienza interiore, di cui molti sono ignari, ma che si apre con la pratica dello Yoga. Con questa apertura si diventa coscienti dei piani sottili, di esperienze e di mondi d'esistenza diversi dal nostro mondo materiale. Per la vita spirituale ci vuole inoltre l'apertura a una coscienza intima mediante la quale si diventa consapevoli del Sé e dello Spirito, dell'Eterno e del Divino. Il potere di visione occulta esiste in tutti, per lo più latente, spesso vicino alla superficie, qualche volta, ma assai più raramente in superficie. Se si pratica tratak (Concentrazione in un punto brillante) questo potere, presto o tardi, verrà certamente, benché per certe persone vi sia qualche difficoltà e prenda tempo; coloro nei quali emerge subito hanno sempre avuto la possibilità di visione occulta vicina alla superficie, che appare alla prima pressione diretta. I raggi che avete visto uscire dagli alberi sono sempre là, solo rimangono velati alla visione fisica. Ho detto che l'azzurro e l'oro insieme indicano la duplice presenza di Krishna e Durga-Mahakali; ma il color d'oro e il giallo hanno diverso significato. Nell'indicazione delle forze il giallo significa la mente pensante, buddhi, e il rosa (nel vostro caso, modificato dalla luce di un vermiglio pallido) è un colore psichico; la loro combinazione significa probabilmente lo psichico nella mente. Nell'interpretare questi fenomeni, bisogna ricordarsi che tutto dipende dall'ordine delle cose che i colori indicano in quel caso particolare. Vi è un ordine di significati nel quale sono indicati i vari dinamismi psicologici, per esempio, la fede, l'amore, la protezione. Vi è un altro ordine di significati in cui indicano l'aura o l'attività di esseri divini, Krishna, Mahakali, Radha o di esseri ultraumani; ve n'è ancora un altro nel quale i colori indicano le aure attorno agli oggetti o alle persone viventi, e tutto ciò non esaurisce la gamma 186 delle possibilità. Una certa conoscenza, esperienza, una crescente intuizione, sono necessarie per osservare in ogni caso il vero significato. L'osservazione e un'esatta descrizione sono anche molto necessarie, poiché certe volte le persone dicono giallo quando vorrebbero dire d'oro, o viceversa; vi sono inoltre differenti possibilità di significato per differenti sfumature dello stesso colore. Se vedete un colore vicino o attorno a una persona, non significa necessariamente che sia l'aura di questa persona; può essere qualcosa d'altro vicino o attorno a lei. In certi casi può non aver nulla a che vedere con la persona o con l'oggetto che guardate, la cui funzione può soltanto servire come sfondo o punto di concentrazione, come quando vedete dei colori sul muro o guardate un oggetto lucente. Circa il simbolismo dei colori spesso non è facile definirlo esattamente perché non è né rigido né preciso, ma complesso, variando il significato secondo il campo, le combinazioni, il carattere, le sfumature dei colori e il gioco delle forze. Un certo genere di giallo, per esempio, è considerato da molti occultisti come l'indicazione della buddhi, l'intelletto, e ha spesso quel significato, ma quando si presenta in mezzo a un gioco di forze vitali, non dev'essere interpretato sempre così, sarebbe troppo rigido. Nel vostro caso, tutto ciò che si può dire è che l'azzurro (il particolare azzurro che avete veduto, non qualsiasi altro azzurro), indica la risposta al richiamo della Verità; il verde, o quel verde, è generalmente associato alla Vita e ad un'emanazione o azione generosa di forze, spesso di forza vitale emotiva, ed è ciò che probabilmente questi colori vogliono indicare. Luci e colori sono sempre collegati fra di loro; i colori sono più indicativi e le luci più dinamiche. Il colore incandescente diventa luce. Nel punto di più grande intensità, il color d'oro indica qualcosa che viene dalla Supermente oppure da una verità sovramentale o da una verità intuitiva che ha le sue origini nella Coscienza-Verità supermentale. La luce d'oro proviene generalmente dalla Supermente, una luce di Verità e Conoscenza (può essere a volte una Verità- Conoscenza supermentale trasformata in verità sovramentale e intuitiva). L'arancione indica spesso il potere occulto. Voi avete un 187 forte potere di formazione creatrice (soggettiva), soprattutto, penso, sul piano mentale, ma in parte anche sul piano vitale. Questo genere di facoltà formatrice può essere utilizzato per risultati oggettivi se è accompagnato da una buona conoscenza delle forze occulte e del loro gioco; ma, lasciato a se stesso, finisce più spesso per costruirsi un mondo interiore a sé, nel quale si può vivere perfettamente soddisfatti, finché si vive in se stessi senza contatti troppo intimi con la vita fisica esteriore; ma non resiste alla prova di esperienze oggettive. È il colore della coscienza divina (la Coscienza della Madre, luce bianca) nel vitale. L'azzurro è la mente superiore, l'oro la Verità divina. Rappresenta dunque il vitale con la luce della mente superiore, con in sé la Verità divina che emette la luce della Madre. Vi è nella mente un ostacolo che s'infrange sotto la pressione della Forza; ed ogni volta vi è un lucore ed un movimento della Forza. La stella è sempre una promessa della Luce a venire: la stella si trasforma in sole quando la Luce discende. Le Luci che si vedono nella concentrazione sono luci di varie forze e poteri, e spesso luci che provengono dalla coscienza superiore. La luce violetta è la luce della Compassione divina (karuna, Grazia), la luce bianca è la luce della Madre (la Coscienza divina) in cui tutte le altre sono contenute e attraverso la quale si possono manifestare. Il rosso porporino è il colore del potere vitale. Il rosso dipende dal carattere del colore, poiché vi sono molti rossi; nel vostro caso può essere il colore della coscienza fisica. La visione della Luce e la visione del Signore nella forma di Jagannath (Il Signore del Mondo) indicano entrambe che ha disposizione per lo Yoga e che vi è un richiamo del Divino al suo essere interiore. Ma la disposizione non è sufficiente; ci vuole anche la volontà di cercare il Divino, il coraggio e la costanza di seguire il sentiero. La paura è la prima cosa che bisogna rifiutare, e in seguito l'inerzia dell'essere esteriore che gli ha impedito di rispondere al richiamo. La Luce è quella della Coscienza divina. Il proposito di questo Yoga è dapprima di venire a contatto con questa coscienza per poi 188 vivere nella sua luce che trasformerà l'intera natura, e permetterà all'essere di vivere in unione con il Divino, e alla natura di divenire un campo per l'azione della divina Conoscenza, del divino Potere e del divino ananda. Egli può riuscire soltanto se ne fa il supremo scopo della vita, e sia deciso a subordinare ogni altra cosa a questo fine unico. Altrimenti, può aversi unicamente una certa preparazione in questa vita, un primo contatto e qualche preliminare cambiamento spirituale in una parte della natura. a) Significa la Forza essenziale della Madre (luce adamantina). b) La luce adamantina procede dal cuore della Coscienza divina, ed apporta, ovunque essa vada, l'apertura alla Coscienza divina. c) La discesa della Madre con la luce adamantina, è la sanzione del Supremo Potere al movimento in voi. d) La luce adamantina della Madre è una luce di purezza e potere assoluti. e) La luce adamantina è la coscienza e la forza centrali del Divino. In ogni piano, vi è un lato oggettivo e uno soggettivo. Non soltanto il piano e la vita fisici sono oggettivi. Quando si ha il potere di formazione di cui parlavo, la mente costruisce e stabilisce in se stessa una forma di tutto quello che le viene suggerito. Ma è un potere simile a un coltello a doppio taglio; può tentare la mente a costruire semplici immagini della realtà e a commettere l'errore di prenderle per la realtà stessa. È uno dei tanti pericoli di una mente troppo attiva. Voi fate una formazione nella mente o nel vostro piano vitale: questo rappresenta un genere di creazione unicamente soggettivo; influenza solo la vostra mente o l'essere vitale. Mediante idee, forme-pensiero o immagini, potete creare un intero mondo in voi stesso o per voi stesso. Ma tutto finisce lì. Certuni hanno il potere di fare consciamente formazioni che, proiettate al di fuori, colpiscono la mente, le azioni, i movimenti vitali e la vita esteriore di altri esseri. Queste formazioni possono essere tanto distruttive quanto creative. 189 Vi è infine il potere di fare formazioni che diventano realtà effettive nella coscienza terrestre, nella sua esistenza mentale, vitale e fisica. È ciò che intendiamo generalmente per creazione. Una sensazione di freschezza indica generalmente il tocco o la discesa della pace. È sentita come qualcosa di molto freddo dal vitale umano, perché quest'ultimo è sempre in un'agitazione febbrile. Il serpente è simbolo di forza, spesso di forza ostile o avversa sul piano vitale. Il mare è simbolo di un piano di coscienza. La luce bianca è una manifestazione della pura forza divina, che discende da uno dei piani di verità che conducono alla Supermente. Quando vedete un quadrato, è un simbolo di creazione completa; quando vi vedete assalito da un bufalo che si precipita su di voi ma non riesce a colpirvi, e sentite di avere scampato un grande pericolo, è una trascrizione. Qualcosa è infatti accaduto e il fallito assalto del bufalo era la trascrizione fatta dalla vostra mente, l'assalto di qualche forza ostile rappresentata dal bufalo. La freccia è il simbolo della Forza che va verso il suo traguardo. Oro: la Verità; giallo: la mente; verde: l'energia vitale. La freccia della Verità spirituale che usa la mente e l'energia vitale. Tutte le visioni hanno diversi significati. Questo potere di visione è molto importante per lo Yoga e non deve essere trascurato, sebbene non sia la cosa più importante, poiché la cosa che più conta è il cambiamento di coscienza. Tutti gli altri poteri, come quello della visione, dovrebbero essere sviluppati senza attaccamento, come parti e ausili nello Yoga. Gli dèi sono Poteri che stanno al di sopra del nostro mondo e trasmettono le azioni divine. Brahma è il Potere del Divino che sta dietro alla formazione e alla creazione. Ganesh è il Potere che toglie gli ostacoli mediante la forza della Conoscenza. Kartikeya rappresenta la vittoria sulle forze ostili. Coloro che stavano con Krishna erano, in tutta apparenza, uomini come tutti gli altri. Parlavano e agivano tra di loro come uomini, e nessuno di quelli che vivevano intorno a loro pensava che fossero divini. Krishna stesso era considerato dai più come un uomo, 190 soltanto pochi lo veneravano come una Divinità. Il fanciullo con il flauto è Sri Krishna, il Signore che è disceso dal divino ananda sulla scena del mondo; il flauto è la musica del richiamo che cerca di trasformare il gioco inferiore e ignorante della vita mortale portando e stabilendo al suo posto la Lîla (Gioco del Divino nell'universo) del suo divino ananda. Fu l'essere psichico in voi che udì e seguì il richiamo. La visione vuol semplicemente significare che quando vi aggrappate a qualsiasi cosa e cercate di appropriarvene, con un senso egoistico di possesso, per quanto meravigliosa essa sia, perde valore e diventa comune. Le visioni che descrivete appaiono nelle prime fasi della sadhana. In quel periodo, la maggior parte delle cose che si vedono sono formazioni del piano mentale e non è sempre possibile dar loro un preciso significato, poiché dipendono dalla mente individuale del sadhaka. Ad uno stadio successivo, il potere delle visioni diventa importante per la sadhana, ma da principio, finché la coscienza non si sia sviluppata maggiormente, si deve proseguire senza dare eccessiva importanza ai particolari. L'apertura della coscienza verso la Luce, la Verità e la Presenza divine, è sempre una delle cose più importanti nello Yoga. I sogni o le visioni sul piano vitale sono generalmente: 1) Visioni vitali simboliche; 2) Fatti che si producono realmente sul piano vitale; 3) Formazioni della mente vitale provenienti da chi sogna o da qualche altra persona con cui si è in contatto nel sonno o da esseri o poteri di quel piano. Non bisogna accordare troppa fiducia a questo genere di esperienze, perché se le prime hanno un valore relativo o di suggestione, le altre due inducono spesso in errore. 1) L'apertura della scatola cranica, significa che l'essere mentale si è aperto alla Luce Divina, e le fiamme indicano che l'aspirazione piena di Luce si eleva per unire la parte mentale con ciò che sta al di sopra della mente. 2) La Luce Divina che proviene dall'alto è di vari colori. Il bianco è il divino Potere di purezza; l'azzurro, la luce della coscienza spirituale; l'oro, il colore della conoscenza supermentale o della conoscenza proveniente dai piani intermedi. 191 3) L'Om (d'oro) che si innalza verso il cielo, significa la coscienza cosmica supermentalizzata che si eleva verso la Coscienza trascendentale. (1 e 2) indicano sia qualcosa che sta avvenendo attualmente, sia una potenzialità che sta cercando di materializzarsi. (3) Simboleggia pure il processo dello Yoga che si seguirà, se questa potenzialità sarà realizzata e perseguita sino a raggiungere il suo scopo naturale.
 

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