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34. Potete certamente avanzare, sviluppando la coscienza del Purusha-Testimone situato al di sopra di voi, ma se si limita soltanto a fare il testimone lasciando la Prakriti inferiore fare quello che vuole, non vi è nessuna ragione che le condizioni di cui vi lamentate debbano cessare. Molti prendono questo atteggiamento: il Purusha deve liberarsi rimanendo in disparte, e la Prakriti è libera di continuare la propria strada fino alla fine della vita. Questo è prarabdha karma; quando il corpo cade, pure la Prakriti cadrà, e il Purusha se ne andrà nel Brahman senza attributi. È una teoria assai comoda, ma di dubbia veracità; non credo che la liberazione sia una cosa così semplice e così facile. In ogni caso non si produrrebbe la trasformazione, che è l'oggetto del nostro Yoga. Il Purusha al di sopra di noi non soltanto è un Testimone, ma anche colui che dà (o nega) la sanzione; se rifiuta persistentemente di sancire un movimento della Prakriti, tenendosi distaccato, anche se il movimento continua per un certo tempo grazie alla Forza d'inerzia accumulata, dopo un po' perde generalmente la sua forza, diventa debole, meno tenace, meno concreto e alla fine scompare. Se assumete la coscienza del Purusha, non dovrebbe essere soltanto come Testimone, ma come Anumanta (colui che rifiuta), rifiutando di accettare i movimenti che creano disturbo, autorizzando soltanto la pace, la calma, la purezza e tutto quello che fa parte della divina natura. Il rifiuto di sancire non significa lottare con la Prakriti inferiore; dovrebbe essere un tranquillo persistente e distaccato 158 rifiuto, che lascia senza sostegno, senza approvazione o giustificazione, l'azione contraria della natura. Mai accettare idee, suggestioni, sentimenti apportatori di nubi, di confusione, e di rivolta. È il consenso che dà loro la forza per ritornare. Rifiutate loro ogni consenso e saranno costretti a ritirarsi immediatamente, o dopo un certo tempo. Rimanete nella luce solare della vera coscienza, poiché soltanto lì potrete trovare la felicità e la pace che non dipendono dagli avvenimenti esteriori. Accettate in voi la pace, la quiete e la gioia e conservatele ricordandovi sempre del Divino. Se i pensieri del passato o del futuro vengono semplicemente come memoria o immaginazione, non sono di alcuna utilità, perciò respingeteli tranquillamente e volgete la mente verso il Divino e lo Yoga. Se vengono per un qualche scopo, e qualche decisione dev'essere presa, rivolgeteli allora verso il Divino, poneteli alla luce della Verità, per conoscere su di loro la verità, la giusta decisione o la formazione per il futuro. Non vi è nessun male nelle lacrime di cui mi parlate; vengono dall'anima, dall'essere psichico e sono un aiuto, non un ostacolo. Una semplice insoddisfazione della vita ordinaria non è una preparazione sufficiente per questo Yoga. Una decisiva vocazione interiore, una forte volontà e una grande stabilità sono necessarie per il successo nella vita spirituale. La Madre non discute questi problemi mentali con i discepoli. È assolutamente inutile tentare di conciliare queste cose con l'intelletto, poiché esistono due cose: l'Ignoranza, da cui proviene il conflitto, la discordia e la Luce, l'Unità, la Beatitudine e l'Armonia intime. L'Intelletto appartiene all'Ignoranza. Soltanto quando si riesce ad entrare in una coscienza migliore si può vivere nella Luce, nella Beatitudine e nell'Unità e non essere sfiorati dalle discordie e dalle lotte esteriori. Il cambiamento di coscienza è la sola cosa importante; il riconciliarsi con l'intelletto non cambia nulla. La costante presenza della Madre viene con la pratica; la Grazia divina è essenziale per il successo nella sadhana, ma è la pratica che prepara la discesa della Grazia. Dovete imparare a interiorizzarvi, cessando di vivere soltanto nelle cose esteriori, tranquillizzando la mente e aspirando a divenire cosciente dell'opera che la Madre compie in voi. 159 Se vuole essere un giorno adatto alla vita spirituale, come prima cosa deve evitare l'irrequietezza vitale. Fare il lavoro che dev'essere fatto con mente tranquilla, offrendolo al Divino e cercando di liberarsi dall'egoismo e dal desiderio vitale; questa è la migliore maniera di prepararsi. Vivete sempre come se foste dinanzi all'occhio del Supremo e della Madre divina. Non fate nulla, non cercate né di fare né di pensare a nulla che non sia degno della divina Presenza. La Presenza che tanto vi rincresce di sentire svanire può soltanto essere mantenuta se l'essere interiore continua ad essere consacrato, e se la natura esteriore è in armonia o almeno in contatto con lo spirito interiore. Ma se fate cose che il vostro essere interiore non approva, questa condizione finirà per offuscarsi e ogni volta diminuirà la possibilità di sentire la Presenza. Dovete avere una forte volontà di purificazione, e un'aspirazione a che non ceda o si arresti, perché la grazia della Madre sia presente ed effettiva. Ciò che gli posso suggerire è di praticare qualche genere di Karmayoga, ricordando il Supremo in tutti i suoi atti, dal più piccolo al più grande, compiendoli con mente quieta, senza attaccamento o senso di ego ed offrendoli in sacrificio al Divino. Può anche provare o aspirare a sentire la presenza della divina Shakti dietro al mondo e alle sue forze, facendo una distinzione tra la natura inferiore dell'Ignoranza e la natura divina superiore, le cui caratteristiche sono la calma, la pace, il potere, la Luce e la Beatitudine assolute, ed aspirare ad essere gradatamente elevato e guidato dall'inferiore al superiore. Se lo può fare, diventerà capace di dedicarsi al Divino e condurre una completa vita spirituale. Se volete progredire nella vostra sadhana dovete fare una sommissione e un abbandono sinceri, reali e completi. Ciò non può essere fatto sino a che mescolate i desideri all'aspirazione spirituale. Non potrà essere fatto sino a che conserviate attaccamento alla famiglia, ai figli o a qualunque altra persona o cosa. Se volete fare questo Yoga, dovete avere un unico desiderio e aspirazione: ricevere la Verità spirituale e manifestarla in tutti i vostri pensieri, sentimenti, azioni e natura. 160 Non dovete bramare alcuna relazione con altre persone. I rapporti del sadhaka con altri potranno essere creati interiormente per lui, quando possederà la vera coscienza e vivrà nella Luce; saranno determinati in lui dal potere e dalla volontà della Madre divina, secondo la Verità supermentale, per il lavoro divino e la vita divina; non devono essere determinati dalla sua mente o dai suoi desideri vitali. È ciò che dovete ricordare. Il vostro essere psichico è capace di darsi alla Madre, di vivere e crescere nella Verità; ma il vostro vitale inferiore è troppo pieno di attaccamento, di samskara e di un impuro movimento di desiderio, e la vostra mente fisica esteriore è incapace di scacciare le sue idee ed abitudini e di aprirsi alla Verità. Per questa ragione non potete progredire, perché conservate un elemento e movimenti ai quali non è permesso di rimanere perché sono esattamente l'opposto di ciò che deve essere creato in una vita divina. Soltanto la Madre può liberarvi da queste cose, se veramente lo volete, non solamente nel vostro essere psichico, ma nella vostra mente fisica e in tutta la vostra natura vitale. La prova vi verrà data dal fatto che non cercherete né insisterete sulle vostre nozioni, attaccamenti e desideri personali, e, ovunque sarete e a qualsiasi distanza, rimarrete aperto e sentirete il potere e la presenza della Madre che opera in voi, e sarete soddisfatto, calmo, fiducioso, desideroso di null'altro e sempre in attesa della volontà della Madre. Se la vostra fede si rafforza giorno per giorno, state certamente progredendo nella vostra sadhana, e non vi possono essere cadute. Un'interruzione di esperienze può essere soltanto un periodo di assimilazione nel quale ci si prepara per una nuova serie di altre esperienze. Mantenetevi aperto ed aspirate. Quelli che cadono nell'insania hanno perso il vero contatto, entrando in rapporto con qualcosa di sbagliato. È dovuto sia a qualche impurità e desiderio non-spirituale, coi quali il ricercatore si è impegnato sulla via, o a qualche insincerità, egoismo e falso atteggiamento, sia a qualche debolezza del cervello o del sistema nervoso che non può sopportare il Potere che il ricercatore vi ha attirato. La via più sicura è quella di seguire le direttive di qualcuno che, sul sentiero, ha già raggiunto la padronanza. Naturalmente, la guida deve essere sinceramente seguita; la mente, le idee e le fantasie non debbono interferire. È inutile dire che dovete affidarvi 161 alla direzione di una vera Guida, non di un neofita o di un impostore. Lo stato che cerca di impossessarsi di voi non è parte del vostro vero essere, ma un influsso estraneo. Cedere ad esso ed esprimerlo non sarebbe sincero, ma qualcosa di falso verso il vostro vero essere, qualcosa che diverrebbe sempre più estraneo a voi mentre progredite. Rifiutatelo sempre quando si presenta, anche se sentite fortemente il suo contatto; aprite la vostra mente e la vostra anima alla Madre, mantenete ferma la vostra volontà e la vostra fede, e vedrete che retrocederà. Anche se dovesse ritornare ostinatamente, siate altrettanto e anche più ostinato, fermo nel rifiuto, ciò lo scoraggerà, lo stancherà, rendendolo debole, un'ombra di se stesso, sino alla completa scomparsa. Siate sempre fedele al vostro vero essere, è la vera sincerità. Persistete e trionferete.
 

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