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30. È assolutamente impossibile ascendere al vero piano dell'ananda (eccetto in profonda estasi) finché la coscienza supermentale non sia stata penetrata, realizzata e posseduta; ma è possibile e normale sentire qualche aspetto della coscienza dell'ananda a qualsiasi livello. Questa coscienza ovunque sia provata, è una derivazione dal piano dell'ananda dal potere molto affievolito e modificato, per potersi adattare alla minore ricettività dei livelli inferiori. È un problema che si presenta e ripresenta a causa dell'impazienza dell'essere vitale che spinge a prendere qualsiasi stadio di forte esperienza come l'ultimo e persino a crederlo il Sovramentale, la Supermente o la piena sîddhi. Neppure dal lato della Conoscenza o dell'esperienza interiore il Sovramentale e la Supermente sono così facili da raggiungere. La vostra è un'esperienza che appartiene alla mente spiritualizzata e liberata. A questo stadio ci possono essere segni provenienti dai livelli mentali superiori, ma sono soltanto esperienze isolate e non la piena trasformazione della coscienza. La Supermente non è né una parte della mente né un suo livello superiore, è qualcosa di assolutamente diverso. Nessun sadhaka può raggiungere la Supermente mediante i propri sforzi, e il tentativo di arrivarci mediante una tapasya personale ha dato origine a molti inconvenienti. Si deve avanzare tranquillamente, una tappa dietro l'altra, sino a che l'essere sia completamente pronto, ed anche in questo caso soltanto la Grazia può apportare la vera trasformazione supermentale. La realizzazione dello Spirito viene molto tempo prima dello sviluppo sovramentale o supermentale; centinaia di sadhaka hanno 140 avuto in tutte le epoche la realizzazione dell'atman nei piani mentali superiori, buddheh paratah, ma non hanno ottenuto la realizzazione supermentale. Si possono avere realizzazioni parziali del Sé, dello Spirito o del Divino su qualsiasi piano, sia questo mentale, vitale od anche fisico; il sé incomincia ad apparire in tutta la sua cosciente vastità quando ci si eleva al di sopra del piano mentale comune sino a raggiungere una mente più alta e più ampia. Mediante la piena entrata in questa vastità del Sé, diviene possibile la cessazione dell'attività mentale: si ottiene il Silenzio interiore. Dopo questa realizzazione il Silenzio interiore può sussistere anche in mezzo a qualsiasi attività; l'essere rimane interiormente silenzioso ma l'azione continua negli strumenti e si riceve da una più alta sorgente tutte le iniziazioni necessarie, e l'esecuzione dell'atto, sia questo mentale, vitale o fisico, ha luogo senza che la pace e la calma fondamentali dello Spirito siano turbate. Gli stati del Sovramentale e della Supermente sono qualcosa di più alto ancora; ma prima di poterli comprendere, si deve aver realizzato il sé, la piena azione della mente e del cuore spiritualizzati, il risveglio psichico, la liberazione della coscienza imprigionata, la purificazione e la totale apertura dell'adhara. Non pensate per il momento a questi punti di arrivo (Sovramentale e Supermente), ma prima assicuratevi queste basi fondamentali nella natura liberata. Questa trasformazione non può essere fatta né individualmente né soltanto seguendo la via solitaria. Nessuna trasformazione individuale solitaria, senza curarsi del lavoro per la Terra (che ha un significato ben più grande di qualsiasi trasformazione individuale), sarebbe possibile o utile. E nessun essere umano individuale può, mediante il proprio solo potere, operare la trasformazione e d'altra parte non è scopo dello Yoga di creare qui o là un superuomo. Lo scopo è quello di far discendere sulla terra la coscienza supermentale, di fissarla e di creare una nuova razza in cui il principio di questa coscienza diriga la vita interiore ed esteriore, individuale e collettiva. Questa forza, accettata dagli individui, uno dopo l'altro, secondo la loro preparazione, instaurerebbe la coscienza supermentale nel mondo fisico, creando in tal modo un nucleo per la propria espansione. 141 È interamente possibile che ci siano stati su differenti piani, non supermentali, periodi di armonia subito dopo turbati; ma ciò non ha potuto rappresentare che uno stadio o un posto di riposo in un arco di evoluzione spirituale che partiva dall'Inconscio. Forze ostili. Esse servono, nel mondo, a dare alle possibilità dell'Incoscienza e dell'Ignoranza una piena occasione (per manifestarsi), in quanto il mondo è stato concepito per permettere l'elaborazione di queste possibilità, con l'eventuale armonizzazione supermentale quale ultimo risultato. La vita e il lavoro che svolgiamo qui all'Ashram hanno relazione coi problemi mondiali e devono di conseguenza affrontare il conflitto, impossibile da evitare, con l'azione dei Poteri ostili nell'essere umano. È strano parlare di ricevere il potere supermentale quando non si è coscienti . Quando non si è coscienti, si può tuttavia ricevere una forza superiore; la divina Shakti opera frequentemente dietro il velo, altrimenti non potrebbe operare nello stato d'ignoranza e d'incoscienza in cui si trova generalmente l'essere umano, ma la natura della forza o dell'azione è modificata per adattarsi alla condizione del sadhaka. Si deve sviluppare una piena coscienza prima di poter ricevere qualcosa direttamente dal Potere supermentale, ed avere una coscienza molto avanzata anche per riceverne qualcosa di modificato nel passaggio attraverso il Sovramentale o qualche altro stato intermedio. Il nostro voga non significa il rifiuto dei poteri della vita, ma una trasformazione interiore e un cambiamento dello spirito nella vita e nell'utilizzazione di questi poteri. Essi sono attualmente impiegati con spirito egoista e per scopi non divini. Devono essere quindi utilizzati in uno spirito di sommissione al Divino e per i fini dell'Opera divina. È ciò che si deve intendere per riconquistarli per la Madre. Circa quello che scrivete sulle vostre esperienze e le vostre idee, sembra che non siano altro che i vecchi moti e i vecchi pensieri che rialzano la testa per ostacolare, come fanno spesso, il corso della sadhana. La realizzazione e le idee mentali di codesto genere sono, nella migliore delle ipotesi, semi-verità, e spesso non lo sono neppure; una volta impegnati in una sadhana che deve andare oltre la mente, è 142 un errore accordar loro tanta importanza. Una applicazione sbagliata può divenire facilmente un terreno favorevole per l'errore. Se esaminate le idee che vi sono venute, vedrete che sono affatto inadeguate. Per esempio: 1) La Materia non è jada (Inerte) che in apparenza. Come ammette la stessa scienza moderna, essa è energia in azione. In India sappiamo che l'energia è forza di coscienza in azione. 2) Prakriti nel mondo materiale sembra essere jada, ma anche ciò è un'apparenza. Prakriti è in realtà il potere cosciente dello Spirito. 3) Far discendere lo Spirito nella Materia non può condurre a una laya in jada prakriti. La discesa dello Spirito può solo significare una discesa di luce, di coscienza, di potere e non una crescita d'incoscienza e d'inerzia, che è ciò che significa jada laya. 4) Lo Spirito è già presente nella Materia come in qualsiasi altra cosa; solo la sua presenza è velata da un'apparente incoscienza di superficie o da un'incoscienza involuta. Il nostro compito è di svegliare la Materia alla coscienza spirituale che è nascosta in essa. 5) Cerchiamo di far scendere nel mondo materiale la coscienza, la luce e l'energia supermentali. Solo esse possono trasformarlo veramente. Se talvolta si produce un aumento d'incoscienza e di inerzia, è a causa della resistenza che la natura ordinaria offre alla trasformazione spirituale. Generalmente ciò avviene perché ci se ne occupi e vengano eliminate. Se fosse loro permesso di rimanere nascoste senza mai farsi vedere, la difficoltà non sarebbe affrontata e nessuna vera trasformazione possibile. L'idea di essere utile all'umanità è una vecchia confusione dovuta a idee di seconda mano importate dall'Occidente. Evidentemente, per essere utile all'umanità non c'è bisogno di Yoga. Tutti coloro che vivono una vita umana sono, in un modo o in un altro, utili all'umanità. Lo Yoga è diretto verso Dio, non verso l'uomo. Se si potesse far scendere e stabilire nel mondo materiale una coscienza e una forza supermentali divine, ne risulterebbe ovviamente, un immenso cambiamento per la terra, ivi compresa l'umanità e la sua vita. Però l'effetto sull'umanità sarebbe solo una conseguenza del cambiamento; non potrebbe essere lo scopo della nostra sadhana, il 143 cui fine è quello di vivere nella coscienza divina e manifestarla nella vita. Il vero scopo dello Yoga non è la filantropia, ma trovare il Divino, entrare nella coscienza divina e nel Divino ritrovare il proprio vero essere, che non è l'ego. Damana non può trionfare su ripus (14) (anche se vi perviene sino a un certo punto, può soltanto reprimerle, ma non distruggerle). Spesso questo modo di comprimerle non fa che accrescerne la forza. È una realizzazione che non può aver luogo sino a che la Coscienza divina non penetri nella natura egoista e la trasformi. Non potrà riuscire se non si dà totalmente e non persevera rigorosamente sulla Via. Questo mondo è, come dice la Gîta, anityamasukham (Transitorio e infelice), finché viviamo nell'attuale coscienza del mondo. Soltanto abbandonandola per volgersi verso il Divino, e penetrando nella Coscienza divina, l'Eterno può essere posseduto anche attraverso il mondo. Sotto molti aspetti il linguaggio della Gîta sembra contraddittorio perché ammette due verità apparentemente opposte e cerca di riconciliarle. Essa ammette come possibilità l'ideale che consiste nell'abbandonare il samsara per entrare nel Brahman; afferma anche la possibilità di vivere liberi nel Divino (in Me, come essa dice) e di agire nel mondo come jîvanmukta (Anima liberata in vita). È su quest'ultima soluzione dove maggiormente insiste. Nello stesso modo Ramakrishna, situava la anime divine (ishvarakoti) che possono scendere e salire la scala a loro piacimento, più in alto dei jîva (jîvakoti) che una volta raggiunta la sommità non hanno la forza di ridiscenderla per compiere l'opera divina. La verità totale è nella coscienza supermentale e nel poter operare di là sulla vita e sulla Materia. Il Divino può essere ed è ovunque, mascherato o semimanifesto o in via di manifestarsi, su tutti i piani di coscienza. Nella Supermente incomincia a manifestarsi nella propria svarupa senza travestimenti o veli. Quando l'anima osserva da dietro, fa spesso uso della minima coincidenza per spingere sul cammino la mente e il vitale. 14 La soppressione (damana) non può trionfare sulle passioni (ripus). 144 Shiva è il Signore di tapas. Il potere è il potere di tapas. Krishna, come divinità, è il Signore dell'ananda, dell'Amore e della Bhakti; come incarnazione manifesta l'unione della saggezza (jnana) e delle opere, ed attraverso ciò conduce l'evoluzione terrestre verso l'unione col Divino mediante ananda, Amore e Bhakti. La Devi è la Shakti Divina, la Coscienza e il Potere del Divino, la Madre e l'Energia dei mondi. Tutti i poteri le appartengono. Talvolta il potere della Devi può significare il potere della Forza cosmica universale; ma non è che uno degli aspetti della Shakti.
 

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