20
20. La calma, la pace, un'energia e la gioia silenziosa, non sono che la prima discesa del Potere della Madre nell'adhar. Al di là esistono una Conoscenza, un Potere d'esecuzione, un ananda dinamico, di natura divina, che non hanno nulla in comune con
ciò che nella Prakriti vi è di migliore e di più sattvico. 7 Il principio cosmico dell'ignoranza. 95 Tuttavia è indispensabile ottenere dapprima la calma, la pace e la liberazione. Cercare di far scendere troppo presto l'aspetto dinamico non è consigliabile,
poiché scenderebbe in una natura impura e torbida, incapace di assimilarlo, e seri turbamenti ne potrebbero risultare. Se la Supermente non dovesse darci una verità più grande e più completa di quelle dei piani inferiori, non varrebbe la pena cercare di raggiungerla.
Ogni piano possiede le proprie verità. Alcune di esse cessano di esser vere su di un piano più elevato; il desiderio e l'ego, per esempio, sono verità dell'Ignoranza mentale, vitale e fisica, perché a questo livello un uomo senza ego e senza desiderio sarebbe
un automa tamasico. Allorché saliamo più in alto, l'ego e il desiderio non appaiono più come verità, sono menzogne che deturpano la vera persona e la vera volontà. La lotta tra le Potenze della Luce e quelle delle Tenebre è una verità di quaggiù; a misura che
ci eleviamo, essa perde sempre più la sua verità e nella Supermente non ne rimane assolutamente nulla. Altre verità sussistono, ma cambiano di carattere, d'importanza e di posto nel quadro generale. La differenza o il contrasto tra il Personale e l'Impersonale
è una verità sovramentale (Overmind); nella Supermente (Supermind) questi aspetti non hanno una verità separata, essi sono uno, inseparabilmente. Ma colui che non ha né dominato né vissuto le verità sovramentali non può giungere alla verità della Supermente.
L'ignorante orgoglio dell'intelletto umano stabilisce nette distinzioni, vuole lanciarsi con un solo salto verso la verità più alta, qualunque essa sia, e definire tutto il resto come menzogna, ma è un ambizioso ed arrogante errore. Bisogna salire la scala,
posando saldamente il piede su ogni gradino, se si vuole giungere alla sommità. Soffermarsi troppo sugli ostacoli della natura inferiore rappresenta soltanto la parte negativa della sadhana, ed è un errore. Dobbiamo vederli e purificarli, ma preoccuparsene
come della sola cosa importante non è di nessun aiuto. La parte positiva dell'esperienza della discesa è la cosa più importante. Aspettare che la natura inferiore sia completamente e definitivamente purificata, prima di sollecitare la discesa dell'esperienza
positiva, ci farebbe attendere indefinitamente. È vero 96 che più la natura inferiore si purifica, più la discesa della Natura superiore diviene facile; ma è anche e forse più vero che quanto più la Natura superiore scende, tanto più la natura inferiore si
purifica. Né la purificazione completa, né la manifestazione perfetta e permanente, possono prodursi d'un tratto; è questione di tempo e di paziente progresso. L'una e l'altra, purificazione e manifestazione, avanzano di pari passo, e diventano sempre più forti,
aiutandosi a vicenda. Tale è il corso abituale della sadhana. L'intensità che sperimentate non può durare fintanto che la coscienza non sia trasformata, ci vuole un periodo d'assimilazione. Finché l'essere è incosciente, l'assimilazione si compie dietro il
velo o sotto la superficie, e durante questo periodo la coscienza superficiale non vede che stasi, e perdita di ciò che era stato acquisito, ma allorché si diviene coscienti, si può vedere il processo dell'assimilazione e ci si accorge che nulla è andato perduto,
e che si trattava unicamente di un tranquillo stabilirsi di ciò che era disceso. L'immensità, la pace e il silenzio irresistibili nei quali ci si sente immersi, sono ciò che si chiama atman, ovvero il Brahman silenzioso. In numerosi Yoga il solo scopo è quello
d'ottenere la realizzazione dell'atman o Brahman silenzioso e di viverci. Nel nostro Yoga, non è che la prima tappa della realizzazione del Divino e del crescere dell'essere nella Coscienza superiore o divina; è ciò che noi chiamiamo trasformazione. Il vero
essere può realizzarsi sotto uno dei due aspetti seguenti, oppure anche sotto entrambi: il Sé o atman, e l'anima ossia antaratman, chiamata pure psichico o chaitya purusha. La differenza consiste nel fatto che l'uno è percepito come l'universale, e l'altro
come l'individuale che sostiene la mente, la vita e il corpo. Quando si realizza prima l'atman, lo si sente separato da tutto, esistente in sé e distaccato; ed è a questa realizzazione cui può applicarsi l'immagine della noce di cocco secca (8). 8 Secondo un'immagine
impiegata da Ramakrishna, colui che ha la conoscenza realizza il Sé o atman e il corpo come due cose separate, e che l'uno si muove liberamente nell'altro, come la noce di cocco secca nella scorza esteriore quando si è essiccato completamente il latte di cocco
(dell'attaccamento al mondo). 97 Allorché si realizza l'essere psichico, non è la stessa cosa; poiché egli ci dà il senso d'unione con il Divino, di sommissione, di assoluta ed esclusiva consacrazione a Lui unicamente, il potere di cambiare la natura e di scoprire
in noi stessi il vero essere mentale, il vero essere vitale ed il vero essere fisico. L'una e l'altra di queste realizzazioni sono necessarie per il nostro Yoga. L'-io , ossia il piccolo ego formato dalla Natura, è una formazione mentale, vitale e fisica, destinata
a facilitare la centralizzazione e l'individualizzazione della coscienza e dell'azione esteriori. Quando si scopre il vero essere, l'utilità dell'ego finisce e la sua formazione deve scomparire; al suo posto si percepisce l'essere vero. I tre guna vengono purificati,
affinati e trasformati nei loro equivalenti divini: sattva diventa jy“ti, la vera luce spirituale; rajas diventa tapas, la forza divina tranquillamente intensa; tamas diventa shama, la tranquillità, la pace, il riposo divino. Esistono tre poteri cosmici, ai
quali ogni cosa è sottomessa: la creazione, la conservazione e la distruzione (Brahma, Vishnu e Shiva): tutto ciò che è creato dura un tempo e poi comincia a disgregarsi. Sopprimere la Forza di distruzione comporta una creazione non soggetta a scomparire, che
durerà e si svilupperà per sempre. Nel mondo dell'Ignoranza nel quale viviamo, la distruzione è necessaria per il progresso; ma nella Conoscenza, nella creazione di Verità, la legge è quella di un costante sviluppo, senza la necessità di alcuna pralaya. 2.
Piani e parti dell'essere Gli uomini non conoscono se stessi e non hanno ancora imparato a distinguere le diverse parti del loro essere; generalmente essi le riuniscono in un sol blocco a cui assegnano il nome di mente, poiché le conoscono e le sentono mediante
una percezione e una comprensione mentale o mentalizzata. Ed è per questo che non comprendono i vari stati di coscienza e le loro azioni o, in ogni caso, solo superficialmente. Divenire coscienti della grande complessità della nostra natura, percepire le diverse
forze che la muovono, sottoporre i suoi movimenti alla direzione della conoscenza, sono altrettanti elementi fondamentali dello yoga. 98 Siamo composti di numerose parti, aventi ciascuna la propria funzione nel movimento totale della nostra coscienza, del nostro
pensiero, della nostra volontà, delle nostre sensazioni, sentimenti e azioni. Ma non vediamo né l'origine né la traiettoria di questi impulsi; ne percepiamo solamente i risultati di superficie, confusi e mescolati, e non sappiamo far di meglio che imporre loro
un ordine mutevole e precario. Il rimedio a tutto ciò, non può venire che dalle parti dell'essere già volte verso la luce. La soluzione consiste nel chiamare e far scendere in noi la luce della Coscienza divina, far passare l'essere psichico in primo piano,
accendere una fiamma di aspirazione che svegli spiritualmente la mente esteriore e infiammi l'essere vitale. Yoga significa unione con il Divino, unione che può essere trascendentale (ossia al di sopra dell'universo), cosmica (universale) oppure individuale;
o ancora, come nel nostro Yoga, tutte e tre assieme. Yoga significa entrare in uno stato di coscienza dove non si è più limitati dal piccolo ego, dalla mente personale, dal vitale personale e dal corpo, ma dove si è in unione col supremo Sé o con la coscienza
universale (cosmica) oppure con qualche profonda coscienza interiore nella quale si percepisce l'anima, l'essere interiore e la reale verità dell'esistenza. Nella coscienza yoghica, si percepiscono non solamente le cose, ma le forze; non solamente le forze,
ma l'essere cosciente che sta dietro a queste forze. Se ne ha la visione, non soltanto in noi stessi, ma nell'universo. Vi è una forza che accompagna la crescita di questa nuova coscienza e che, mentre cresce con essa, l'aiuta a fissarsi e a superarsi. Questa
forza è la Shakti dello Yoga (yoga-shakti). Essa è qui, ripiegata ed assopita in tutti i centri (chakra) del nostro essere interiore e forma, alla base della colonna vertebrale, ciò che nei Tantra viene chiamato la kundalini shakti. Ma essa è anche sopra di
noi, al di sopra della nostra testa, come Forza Divina; e là non è ripiegata, prigioniera o assopita, ma sveglia, cosciente e potente, estesa e vasta; essa è là, in attesa di manifestarsi, ed è a questa Forza, al potere della Madre, cui dobbiamo aprirci. Nella
mente si manifesta come forza mentale divina o come forza mentale universale, e può compiere tutto ciò che la mente personale è incapace di fare; è la forza mentale yoghica. 99 Nello stesso modo, quando si manifesta ed agisce nel vitale o nel fisico, si manifesta
come forza vitale yoghica o come forza fisica yoghica.
Commenti
Posta un commento