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15. Non turbatevi e non scoraggiatevi per tali variazioni o tali ritardi, per quanto lunghi e noiosi possano essere; cercate solamente d'essere sempre interiormente tranquilli e il più possibile aperti al Potere superiore, senza permettere a nessuna condizione
veramente avversa d'impadronirsi di voi. Se non ci sono ondate avverse, il resto non è che il persistere delle imperfezioni che tutti hanno in abbondanza; la Forza deve agire su questa persistenza e imperfezione per eliminarle; ma ciò richiede molto tempo.
75 Non scoraggiatevi se gli impulsi della natura vitale inferiore permangono. Alcuni tendono a continuare e a ripetersi finché tutta la natura fisica non sia stata cambiata dalla trasformazione della coscienza più materiale. Fino a quel momento, la loro pressione
si ripete (talvolta con forza rinnovata, talvolta in sordina) come un'abitudine meccanica. Togliete loro ogni forza di vita rifiutando l'approvazione mentale o vitale, e l'abitudine meccanica perderà il potere d'influire sui pensieri e sulle azioni, per sparire,
infine, del tutto. Il m–ladhara è il centro della coscienza fisica propriamente detta; tutto ciò che si trova al di sotto è il vero e proprio fisico che, man mano che si scende verso il basso, diviene sempre più subconscio; ma la vera sede del subcosciente
è al di sotto del corpo, mentre al di sopra vi è la vera sede della coscienza superiore (l'ultracosciente). Si può anche sentire il subcosciente dappertutto, sentirlo come un qualcosa sotto i moti della coscienza che, in un certo senso, la sostiene dal di sotto
oppure l'attrae verso di sé. Il subcosciente è il principale sostegno di tutti i movimenti abituali, soprattutto di quelli fisici e del vitale inferiore. Quando una cosa è respinta dal vitale o dal fisico, scende generalmente nel subcosciente e vi resta come
in germe, aspettando il momento propizio per risalire. Per questo è così difficile liberarsi dagli abituali movimenti vitali o cambiare il proprio carattere. Sostenuti o rinvigoriti da questa sorgente, preservati in questa matrice, gli impulsi vitali, anche
quando siano stati respinti o repressi, risalgono e si ripresentano. L'azione del subcosciente è irrazionale, meccanica e ricorrente. Non ascolta né la ragione né la volontà mentale. Il subcosciente può essere cambiato solo dalla Luce e dalla Forza provenienti
dall'alto. Come tutti gli altri principali componenti della natura, il subcosciente è tanto universale quanto individuale. Ma vi sono in esso parti o piani differenti. Sulla terra tutto si basa sul cosiddetto Inconscio , che in realtà non è affatto inconscio,
ma piuttosto una completa sub-coscienza, una coscienza repressa o involuta, che contiene tutto, ma nella quale niente è formulato o espresso. Il subcosciente è situato tra questo Inconscio e la coscienza della mente, della vita e del corpo. 76 Esso contiene
allo stato potenziale tutte le reazioni primitive di fronte alla vita, che lottano per emergere, per uscire dalle rive spente ed inerti della Materia, e che, mediante un costante sviluppo, formano una coscienza in evoluzione che a poco a poco va definendosi;
le contiene non come idee, percezioni o reazioni coscienti, ma come sostanza fluida. Inoltre, tutto ciò di cui si ha l'esperienza consapevole affonda nel subcosciente, non come ricordo preciso, sebbene sommerso, ma come impressione di esperienze oscure e ostinate
nello stesso tempo, che può in qualsiasi momento risalire sotto forma di sogni, di ripetizioni meccaniche, di pensieri e di sentimenti o di azioni passate, di complessi che esplodono in azioni o in avvenimenti, ecc.. Soprattutto a causa del subcosciente, tutto
si ripete e mai nulla cambia se non in apparenza. Per questo si dice che è impossibile cambiare il carattere. È anche la causa del costante ritorno delle difficoltà di cui si sperava essersi liberati per sempre. Contiene il germe di tutto e di tutti i samskara
della mente, del vitale e del corpo; è il principale sostegno della malattia e della morte e l'ultima fortezza (apparentemente imprendibile) dell'Ignoranza. Tutto ciò che viene represso, vi sprofonda e vi rimane come un seme pronto ad affacciarsi alla superficie
e a germogliare alla prima occasione. Il subcosciente è la base evolutiva in noi, non è né la totalità della nostra natura nascosta né la completa origine di ciò che siamo. Ma le cose possono sorgere dal subcosciente e prender forma nelle parti coscienti; la
maggioranza dei nostri piccoli istinti, moti, abitudini e aspetti del carattere, vitali e fisici, ha questa origine. La nostra azione ha tre sorgenti occulte: ultracosciente, subliminale, subcosciente, ma noi non ne controlliamo nessuna e neppure siamo consapevoli
della loro esistenza. Lo siamo dell'essere di superficie che è solo un dispositivo strumentale. La sorgente di tutto è la Natura generale: la Natura universale che s'individualizza in ciascuno di noi. Essa deposita certe abitudini di movimento, di personalità,
di carattere, di facoltà, di disposizioni, di tendenze e tutto questo, si sia formato adesso o prima che nascessimo, è ciò che siamo abituati a chiamare noi stessi. Una buona parte si esprime in movimenti abituali compiuti dalle nostre parti coscienti e conosciute
di 77 superficie; una parte ben maggiore rimane nascosta nelle altre tre sorgenti sconosciute, che si tengono indietro e al di sotto della superficie. Ma ciò che siamo in superficie è costantemente mosso, cambiato, sviluppato o ripetuto dalle onde della Natura
generale che, direttamente o indirettamente, ci investono attraverso gli altri, attraverso le circostanze, attraverso diversi agenti o canali. Qualcuna di queste onde si versa direttamente nelle parti coscienti e vi agisce, ma la nostra mente, ignorandone l'origine,
se ne appropria e le considera come di sua provenienza; alcune entrano segretamente nel subcosciente dove affondano, aspettando l'occasione per riaffiorare alla superficie cosciente; altre vanno nel subliminale da cui possono uscire in qualsiasi momento o restarvi
come materiale inutilizzato. Qualcuna, invece, filtra e viene rifiutata, respinta o gettata fuori, oppure si perde nel mare universale. La nostra natura è una continua attività di forze che ci vengono offerte e con le quali (o piuttosto con una piccola quantità
delle quali) facciamo quel che vogliamo o possiamo. Ciò che facciamo sembra effettivamente fissato e formato in modo definitivo, mentre è, in realtà, solo un gioco di forze, un flusso, niente di fisso o di stabile; l'apparente stabilità deriva dalla continua
ripetizione o ricorrenza delle medesime vibrazioni o formazioni. Per questo, nonostante il parere contrario di Vivekananda (4) e l'adagio di Orazio, e nonostante la resistenza conservatrice del subcosciente, la nostra natura può esser cambiata, sebbene si tratti
di un'impresa difficile perché la nota dominante della Natura è costituita da questa ostinata ripetizione e ricorrenza. In quanto alle cose che respingiamo dalla nostra natura e che ostinatamente ritornano, tutto dipende dal luogo in cui vengono gettate. Esiste,
molto spesso, una sorta di procedimento. La mente rifiuta la sua mentalità, il vitale la sua vitalità, il fisico la sua maniera di essere; le une e le altre tornano, di solito, nel corrispondente dominio della Natura generale. Quando ciò accade, restano dapprima
nella coscienza circostante che portiamo ovunque con noi e che ci serve per comunicare con la Natura esteriore, e di là, spesso, ritornano ostinatamente, finché non siano rifiutate in 4 La natura è come la coda d'un cane: raddrizzatela, e si torcerà di nuovo.
78 modo così definitivo e gettate così lontano da non poter più tornare in noi. Quando però, la cosa rifiutata dalla mente pensante e volitiva è fortemente sostenuta dal vitale, abbandona sì la mente, ma affonda nel vitale dove si esaspera e tenta di risalire
e di occupare di nuovo la mente per forzare od ottenere il nostro consenso. Nello stesso modo quando il vitale superiore (il cuore o il dinamismo vitale più ampio) respinge qualche cosa, questa sprofonda e si rifugia nel vitale inferiore con tutta la massa
dei piccoli movimenti consueti che costituiscono la nostra meschinità quotidiana. Quando è scacciata anche dal vitale inferiore, affonda nella coscienza fisica e tenta di stabilirvisi per inerzia o ripetizione meccanica. Scacciata anche da là, entra nel subcosciente
e riaffiora in sogno o quando siamo in stato d passività o di assoluto tamas. L'Inconscio è l'ultimo rifugio déll'Ignoranza. In quanto alle onde che vengono dalla Natura generale, la naturale tendenza delle forze inferiori consiste nel tentare di perpetuare
l'azione sull'individuo e di ricostruire quella parte della loro opera che egli ha demolito; per questo ritornano su di lui, spesso con forza accresciuta, talvolta con straordinaria violenza, quando si accorgono che la loro influenza viene respinta. Ma non
possono durare a lungo quando la coscienza circostante o circumcosciente è chiarificata, a meno che non vi si mescolino gli Ostili (Vedi Asura). Anche in questo caso essi possono attaccare, certo, ma se il sadhaka ha preso posizione nel suo sé interiore, possono
solamente attaccare e ritirarsi. È vero che rechiamo dalle vite passate la maggior parte di noi stessi, o piuttosto delle nostre predisposizioni, delle nostre tendenze a reagire di fronte alla Natura universale. L'ereditarietà influisce fortemente solo sull'essere
esteriore, ma anche in questo caso gli effetti dell'ereditarietà non sono sempre accettati, tranne quelli che si accordano con ciò che dobbiamo essere o che, comunque, non possono impedirlo. Il subcosciente è fatto di abitudini e di ricordi; ripete con persistenza,
ogni volta che può, ciò che è stato represso: vecchie reazioni, riflessi, risposte mentali, vitali o fisiche.
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