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12. 4. Desiderio, Cibo, Sesso (continuazione). È vero che con il digiuno, se la mente e i nervi sono solidi e la forza di volontà dinamica, è possibile ottenere momentaneamente uno stato d'energia interiore e di ricettività assai allettanti per la mente,
evitando contemporaneamente le abituali reazioni di fame, di debolezza, di disturbi intestinali, ecc.. Ma il corpo soffre per la diminuzione del nutrimento e il vitale manifesta facilmente uno stato morboso di sovreccitazione, dovuto all'irrompere di maggiore
energia vitale, più di quanta il sistema nervoso possa assimilare e coordinare. Le persone nervose devono evitare la tentazione del digiuno che è spesso accompagnato o seguito da aberrazioni e da squilibri. In particolare, il digiuno diventa pericoloso se è
motivato dallo sciopero della fame, o se vi si mescola qualche elemento del genere, perché allora si cede ad un movimento vitale che può facilmente trasformarsi in una dannosa abitudine, nociva alla sadhana. Anche se queste reazioni potessero evitarsi, non
c'è tuttavia nel digiuno utilità sufficiente, in quanto l'energia e ricettività superiori non dovranno provenire da mezzi artificiali o fisici, ma dall'intensità della coscienza e da una forte volontà di sadhana. La trasformazione a cui aspiriamo è troppo vasta
e complessa per avvenire all'improvviso; bisogna permetterle di attuarsi, una tappa dietro l'altra. L'ultimo stadio è il cambiamento fisico, e anch'esso si compie secondo un processo progressivo. La trasformazione interiore non può essere ottenuta con mezzi
fisici, siano essi di natura positiva o negativa. Il cambiamento fisico, al contrario, può compiersi solo mediante la discesa della più alta coscienza supermentale nelle cellule del corpo. Almeno fino a quel momento, il corpo e le energie che lo sostengono
devono essere parzialmente sostenuti con mezzi normali: cibo, sonno, ecc.. Il cibo deve essere preso nel vero spirito, con la vera coscienza; il sonno deve progressivamente trasformarsi in riposo yoghico. Austerità fisiche premature ed eccessive (tapasya) possono
compromettere l'andamento della sadhana, apportando disordine e forze anormali nelle diverse parti del sistema. Una grande energia può riversarsi nelle parti mentali e vitali, ma i nervi e 63 il corpo rischiano d'essere sovreccitati e perdono la stabilità necessaria
a sopportare l'azione delle energie superiori. Perciò, eccessive austerità fisiche non fanno parte della sadhana e non ne costituiscono l'elemento essenziale. Non è male digiunare di tanto in tanto per uno o due giorni e ridurre il cibo a una quantità piccola
ma sufficiente; tuttavia una lunga e completa astinenza è sconsigliabile. Il sadhaka deve evitare completamente ogni intrusione dell'impulso sessuale nel vitale e nel fisico, perché se non riesce a dominarlo, la coscienza divina e l'ananda divino non possono
stabilirsi nel corpo. È vero che non basta semplicemente sopprimere e reprimere il desiderio sessuale, perché la sola repressione non è veramente efficace; naturalmente, ciò non significa che si debbano soddisfare i propri desideri; vuol dire che non si deve
semplicemente reprimerli, ma scacciarli dalla natura. Al posto del desiderio bisogna introdurre un'aspirazione esclusiva verso il Divino. In quanto all'amore, dev'essere rivolto unicamente al Divino. Ciò che gli uomini chiamano amore è uno scambio vitale per
la reciproca soddisfazione del desiderio, dell'impulso vitale e del piacere fisico. Nessuno scambio del genere deve aver luogo tra i sadhaka, perché ricercare o incoraggiare questo genere d'impulso non può che allontanarci dalla sadhana. Tutto il principio
di questo yoga è offrire completamente se stessi al Divino, solamente a Lui, a niente e a nessun altro, facendo scendere in noi, mediante l'unione con il Potere della Madre divina, tutta la luce, la forza, l'ampiezza, la pace, la purezza, la coscienza di verità,
e l'ananda trascendentali del Divino supermentale. In questo yoga, quindi, non c'è posto per rapporti vitali o scambi reciproci. Ogni rapporto o ogni scambio del genere vincola immediatamente l'anima alla coscienza e alla natura inferiori, impedisce l'unione
vera e totale con il Divino e intralcia sia l'ascesa verso la Coscienza di Verità supermentale, sia la discesa dell'Ishwari shakti supermentale. Peggio ancora se questo scambio assumesse l'aspetto di un rapporto o di un godimento sessuali, anche se esenti da
ogni atto esteriore; di conseguenza, queste cose sono assolutamente proibite nella sadhana. È evidente che nessun atto fisico del genere è permesso e che anche le forme più sottili devono essere eliminate. Solo quando avremo 64 unito il nostro essere al Divino
supermentale, potremo trovare la vera relazione spirituale con gli altri nel Divino; nell'unità superiore non c'è posto per questo genere di movimento vitale, inferiore e volgare. Dominando l'istinto sessuale, divenendo il signore del centro sessuale in modo
tale che la sua energia sia attirata verso l'alto invece d'essere gettata al di fuori e sprecata, si può effettivamente cambiare la forza del seme in un'energia fisica fondamentale che serva da sostegno a tutte le altre; si può cambiare retas (Sostanza fisica
(sperma)) in ojas. (Energia fisica e fisico-vitale). Ma nessun errore potrebbe essere tanto pericoloso quanto l'accettare una mescolanza di desiderio e di soddisfazione sessuale sotto qualche forma sottile e considerare la cosa come facente parte della sadhana.
Questo sarebbe il modo più efficace per andare diritti verso la caduta spirituale e far precipitare nell'atmosfera forze che, bloccando la discesa supermentale, farebbero scendere al suo posto potenze vitali avverse che seminerebbero il disordine e la distruzione.
Se questa deviazione tentasse di prodursi, bisogna assolutamente scacciarla, cancellandone ogni traccia nella coscienza, se si vuole che la Verità scenda e l'opera si compia. È ugualmente un errore immaginare che, se si deve rinunciare all'atto sessuale fisico,
la sua riproduzione interna possa far parte della trasformazione del centro sessuale. L'azione dell'energia sessuale animale nella Natura è un artificio per portare a compimento un certo disegno particolare nell'economia della creazione materiale nell'Ignoranza.
Ma l'eccitazione vitale che l'accompagna, crea nell'atmosfera l'opportunità e la vibrazione più favorevole all'irrompere delle forze e degli esseri del vitale, la cui occupazione principale consiste appunto nell'impedire la discesa della Luce supermentale.
Il piacere connesso con l'atto sessuale è una degradazione e non la vera forma del divino ananda. Il vero ananda divino nel fisico ha una qualità, una sostanza e uno svolgersi diverso; esiste di per se stesso, nella sua essenza, e la sua manifestazione dipende
solamente dall'unione intima con il Divino. Voi parlate d'Amore divino; ma l'Amore divino, quando tocca il fisico, non sveglia le volgari tendenze del vitale inferiore; la compiacenza può solo respingerlo e farlo ritirare di nuovo verso le 65 altezze da cui
è già tanto difficile farlo scendere nella rozza creazione materiale ch'esso solo può trasformare. Cercate l'Amore divino attraverso la sola porta che acconsente a varcare, la porta dell'essere psichico, e scacciate l'errore del vitale inferiore. La trasformazione
del centro sessuale e dell'energia che gli è propria è necessaria alla siddhi fisica, perché questo centro è il sostegno corporeo di tutte le forze mentali, vitali e fisiche della natura. Esso deve cambiarsi in una massa e in un movimento di Luce intima, di
Potere creatore, di puro ananda divino. Però il cambiamento è possibile solo con la discesa della Luce, della Potenza e della Beatitudine supermentali. Quanto al suo funzionamento futuro, sarà determinato dalla Verità supermentale e dalla visione, dalla volontà
creatrice della Madre divina. Sarà un funzionamento della Verità cosciente e non dell'Oscurità e dell'Ignoranza alle quali appartengono il godimento e il desiderio sessuali; sarà un potere di conservazione e una libera irradiazione senza desiderio delle forze
di vita, e non la loro dispersione e il loro spreco. Guardatevi bene dall'immaginare la vita supermentale come un semplice accrescimento della soddisfazione dei desideri del vitale e del corpo. Non esiste ostacolo maggiore alla discesa della Verità di questa
speranza di glorificazione dell'animale nella natura umana. La mente vorrebbe che lo stato supermentale fosse una conferma delle proprie idee predilette e dei propri pregiudizi; il vitale vorrebbe che fosse una glorificazione dei propri desideri; il fisico
che fosse un ricco prolungamento dei suoi agi, dei suoi piaceri e delle sue abitudini. Se dovesse essere così, sarebbe soltanto la consacrazione eccessiva e ingigantita della natura animale ed umana, non una transizione dall'umano al Divino. È dannoso pensare
di far cadere ogni barriera di discriminazione e di difesa contro ciò che tenta di scendere in voi . Avete riflettuto a ciò che avverrebbe se quello che scende non fosse in accordo con la Verità divina, anzi persino avverso? Un Potere avverso non potrebbe desiderare
condizioni migliori per prendere possesso del ricercatore. Solo la forza della Madre e la Verità divina devono essere ammesse senza barriere. E anche allora si deve mantenere il potere di discernimento per scoprire tutte le falsità che giungono facendosi 66
passare per la forza della Madre o per la Verità divina, e mantenere anche il potere di rifiuto, che respingerà ogni confusione. Continuate ad aver fede nel vostro destino spirituale; ritraetevi dall'errore e aprite maggiormente il vostro essere psichico alla
guida diretta della Luce e del potere della Madre. Se la volontà centrale è sincera, ogni ammissione dell'errore può trasformarsi nell'ascesa verso un movimento più vero e un progresso superiore. Ho enunciato molto brevemente nella mia lettera precedente la
posizione che ho assunto nei riguardi dell'impulso sessuale nello yoga.
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