10.
10. Sono presenti ad ogni passo, attaccano furiosamente, criticano, suggeriscono, impongono lo sconforto e incitano alla ribellione, sollevando il dubbio e accumulando le difficoltà. Indubbiamente interpretano in modo esagerato i diritti concessi loro
dalla funzione che debbono svolgere, e fanno una montagna 52 della piccola elevazione di un formicaio. Un piccolo passo falso, un errore insignificante, le fanno apparire sulla nostra strada come un intero Himalaia. Ma questa opposizione è stata sempre permessa,
non solo per metterci alla prova, ma per costringerci a cercare una forza più grande, una conoscenza di sé più perfetta, una purezza e un potere d'aspirazione più intensi, una fede che nulla può annientare, una discesa più potente della Grazia divina. Il Potere
non scende con lo scopo di sollevare le forze inferiori, ma dato il modo in cui deve attualmente operare, questo sollevarsi ha luogo per reazione contro il suo lavoro. Occorre allora stabilire come fondamento di tutta la natura una coscienza calma e vasta;
così, quando la natura inferiore apparirà, non sarà più un attacco o un conflitto, ma come se il Signore delle forze fosse presente per vedere i difetti del presente meccanismo e fare via via il necessario per porvi rimedio e cambiarlo. Le forze dell'ignoranza
dapprima assediano dall'esterno, poi attaccano in massa per sopraffare e catturare. Ogni volta che si può sventare o respingere un simile attacco, avviene una chiarificazione nell'essere, un nuovo campo è guadagnato per la Madre, nella mente, nel vitale e nel
fisico e nelle parti adiacenti della natura. La prova che il posto occupato nel vitale dalla Madre prende maggiori proporzioni è dimostrata dal fatto che ora opponete una maggiore resistenza agli assalti che prima vi soggiogavano completamente. Invocare la
presenza o la forza della Madre in tali momenti è il modo migliore d'affrontare le difficoltà. È con la Madre che parlate, che è sempre accanto a voi e in voi. È importante capirla nel modo giusto, affinché nessun'altra voce possa imitare la sua o insinuarsi
tra lei e voi. La vostra mente e il vostro essere psichico sono concentrati sulla meta spirituale e aperti al Divino; per questo l'Influsso scende solo nel capo e fino al cuore; non va oltre perché l'essere vitale, la natura e la coscienza fisica sono sotto
il dominio della natura inferiore. Finché l'essere vitale e l'essere fisico non saranno sottomessi e non invocheranno da loro stessi la vita superiore, è probabile che il conflitto continui. Che tutto in voi si sottometta. 53 Respingete ogni altro desiderio
o interesse, invocate la divina Shakti per aprire la natura vitale e fare scendere in tutti i centri la calma, la pace, la luce e l'ananda. Aspirate e attendete il risultato con pazienza e con fede. Tutto dipende dalla perfezione e dalla sincerità, così come
dall'integralità dell'aspirazione e della consacrazione. Il mondo vi tormenterà finché qualche parte in voi apparterrà al mondo. Solo quando apparterrete completamente al Divino potrete divenire libero. Chi non ha il coraggio di affrontare con pazienza e fermezza
le difficoltà della vita, non sarà mai capace di venire a capo delle ben più grandi difficoltà interiori della sadhana. Il primo insegnamento impartito nel nostro yoga è quello di affrontare la vita e le sue prove con mente tranquilla, saldo coraggio e completa
fiducia nella Shakti divina. Il suicidio è una soluzione assurda. Quella persona s'inganna completamente credendo che le darà la pace; porterà invece le proprie difficoltà nell'aldilà, in condizioni di vita più miserevoli, e le riporterà in un'altra vita sulla
terra. Il solo rimedio è quello di sbarazzarsi di queste idee morbose e di affrontare l'esistenza con la chiara volontà di compiere un lavoro determinato che, con coraggio attivo e tranquillo, diverrà lo scopo stesso della vita. La sadhana deve farsi nel corpo,
non può essere fatta dall'anima disincarnata. Quando il corpo muore, l'anima erra in altri mondi per tornare infine a rivivere un'altra vita in un altro corpo. E nella nuova vita, ritrova tutte le difficoltà che non aveva risolto. A che serve allora abbandonare
il corpo? Inoltre, se si rifiuta il corpo volontariamente, si soffre molto negli altri mondi, e la rinascita avviene in condizioni peggiori, non migliori. La sola cosa sensata da fare è affrontare le difficoltà e conquistarle in questa vita e in questo corpo.
Il fine dello yoga è sempre difficile da raggiungersi, ma il nostro è ancora più difficile di ogni altro; esso è solamente per coloro che ne hanno la vocazione e la capacità, che sono risoluti ad affrontare tutto e a correre tutti i rischi, anche quello dell'insuccesso,
e che hanno la volontà di progredire verso una completa assenza d'egoismo, di desiderio e verso una totale sommissione. 54 Non permettete a nulla e a nessuno d'interporsi tra voi e la forza della Madre. Il successo dipende dall'accettazione di questa forza,
dalla capacità di conservarla e dalla risposta alla vera ispirazione, non dalle idee che la mente può farsi. Anche le idee e i progetti che altrimenti potrebbero essere utili, falliranno se non hanno dietro di loro lo spirito veridico, la forza e l'influsso
veri. La difficoltà dev'essere venuta da una mancanza di fiducia e d'obbedienza, perché la sfiducia e la disobbedienza sono come la menzogna (sono anch'esse falsità fondate su idee e impulsi falsi), e s'insinuano nell'azione del Potere, gli impediscono di farsi
sentire o di agire pienamente, indebolendo la forza della Protezione. Dovete assumere il vero atteggiamento non solo nella concentrazione interiore, ma negli atti e nei movimenti esteriori. Se affiderete tutto alla direzione della Madre, vi accorgerete che
le difficoltà incominceranno a diminuire o diverranno molto più facili da superare e tutto si semplificherà decisamente. Nel lavoro e nelle attività in genere, comportatevi come nella concentrazione. Apritevi alla Madre, mettetevi sotto la sua guida, invocate
la pace, il sostegno del Potere, la protezione e, perché possano agire, respingete tutti i cattivi influssi che potrebbero intervenire, creando movimenti falsi, trascurati o incoscienti. Seguite questo principio e tutto il vostro essere si unificherà sotto
una sola direzione: nella pace sotto la protezione della Luce e del Potere. Quando vi ho parlato d'essere fedele alla luce dell'anima e al richiamo divino, non alludevo a nessun avvenimento passato e a nessuna mancanza da parte vostra. Affermavo soltanto il
grande bisogno, in tutte le crisi e in tutti gli attacchi, del rifiuto ad ascoltare qualsiasi suggestione, qualsiasi impulso o lusinga, opponendo loro il richiamo della Verità, il segno imperioso della Luce. Nei momenti di dubbio e di sconforto dovete ripetervi:
Appartengo al Divino, non posso fallire . A tutte le suggestioni d'impurità e di incapacità rispondete: Sono un figlio dell'Immortalità, scelto dal Divino; devo solo essere fedele a me stesso e a Lui, la vittoria è certa; anche dovessi cadere, mi rialzerei
. A tutti gli impulsi di abbandonare per servire un ideale minore, replicate: Questo è il più grande, è la sola Verità che possa soddisfare la mia anima; sopporterò tutte le prove 55 e tutte le tribolazioni fino all'esito finale del viaggio divino . Ecco che
cosa intendo per fedeltà alla Luce e al Richiamo. 56 4. Desiderio, Cibo, Sesso Tutti i comuni impulsi vitali sono estranei al vero essere e provengono dall'esterno; non appartengono all'anima e non sono generati da essa: sono onde della Natura universale, Prakriti.
I desideri vengono dall'esterno, penetrano nel Vitale subcosciente e risalgono alla superficie. Ne diveniamo coscienti solo quando emergono e vengono percepiti dalla mente. Essi sembrano appartenerci perché li sentiamo salire dal vitale alla mente, e non sappiamo
che vengono dal di fuori. Ciò che realmente appartiene al vitale, all'essere, e lo rende responsabile, non è il desiderio in sé, ma l'abitudine di rispondere alle onde e al flusso di suggestioni che, uscendo dalla Prakriti universale, entrano in esso. Rifiutare
il desiderio consiste essenzialmente nei respingere l'elemento di cupidigia, che dev'essere espulso dalla coscienza come un elemento estraneo, che non appartiene né al vero sé né alla natura inferiore. Ma anche il rifiuto di obbedire alla suggestione del desiderio
fa parte del rigetto: l'astenersi dall'azione suggerita, se non è giusta, dev'essere incluso nella disciplina yoghica. Solo quando il rifiuto avviene in modo sbagliato, secondo un principio ascetico o un rigido principio morale, può essere chiamato repressione.
La differenza tra repressione e rifiuto interiore essenziale è la stessa che intercorre tra dominio mentale o morale, e purificazione spirituale. Quando si vive nella vera coscienza, si sentono i desideri provenire dall'esterno, dalla Prakriti universale inferiore,
ed entrare nella mente o nel vitale. Nella condizione umana normale non lo si avverte; gli uomini divengono coscienti del desiderio solo quando è già lì, quando è entrato, trovando in loro dimora e l'abituale accoglienza; allora pensano che gli appartenga e
sia parte di loro. Ne consegue che acquisire la vera coscienza è la prima condizione per liberarsi dal desiderio. Diventa così molto più facile scacciarlo di quando si deve lottare contro di esso come se fosse una parte costitutiva di noi stessi, che bisogna
espellere dall'essere. È più facile liberarsi di un'escrescenza, che amputare ciò che si sente parte integrante della propria sostanza.
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