2.

2. L'occupazione principale della mente può essere sia un'accettazione, sia un rifiuto a queste onde di pensieri (come alle ondate del mondo vitale e a quelle dell'energia del fisico sottile); oppure, quella di foggiare in forma personale-mentale la sostanza dei pensieri (o dei moti vitali) con la Forza della Natura circostante. Le possibilità dell'essere mentale non sono limitate; egli può essere il libero Testimone e il Padrone in casa propria. La libertà e la padronanza progressive della mente rientrano perfettamente nelle possibilità di chiunque possieda la fede e la volontà d'intraprenderne la conquista. Come primo passo bisogna avere una mente tranquilla; acquisire il silenzio è il passo successivo ma innanzi tutto dev'esserci la quiete. E per quiete intendo una coscienza mentale interiore che vede i pensieri muoversi e venire verso di essa, ma che non sente che sta pensando, che non s'identifica con i pensieri e non li considera suoi. Pensieri e moti mentali possono attraversare la mente come viandanti che, venuti da lontano, passano attraverso un paese silenzioso; la mente li osserva tranquilla, oppure non si cura d'osservarli, ma, in ambedue i casi, non diviene attiva e non perde la sua tranquillità. Il silenzio è qualcosa di più della tranquillità. Può essere acquisito bandendo del tutto i pensieri dalla mente interiore, mantenendoli silenziosi o completamente al di fuori. Ma è più facile stabilirlo con una discesa dall'Alto: lo si sente scendere, penetrare e occupare, avvolgere la coscienza personale, che tende allora ad immergersi nel vasto silenzio impersonale. Il significato dei termini pace, calma, tranquillità, silenzio ha una propria sfumatura, ma non sono facili da definirsi. La pace, shanti La calma, sthirata La tranquillità, achanchalata Il silenzio, nishchala niravata La tranquillità è uno stato che non ammette né agitazione né turbamento. La calma è anche uno stato che nessun turbamento può scuotere, ma meno negativo della tranquillità. Uno stato ancor più positivo è la pace: essa porta con sé un senso di liberazione e di stabile armonioso riposo. 18 Nel silenzio, infine, non hanno luogo movimenti né della mente né del vitale: regna in questa condizione una totale immobilità che nessuna azione superficiale può penetrare o alterare. Rimanete nella tranquillità e non turbatevi se per un certo periodo è una tranquillità vuota; spesso la coscienza assomiglia ad un recipiente che deve essere svuotato del suo contenuto confuso e sgradevole, che deve essere mantenuto momentaneamente vuoto, fino a che non potrà essere riempito di cose nuove e vere, giuste e pure. Bisogna solamente evitare di riempire il vaso col suo antico contenuto melmoso. Nell'intervallo aspettate, apritevi verso l'Alto, invocando continuamente e serenamente, con ardore contenuto, che la pace penetri nel silenzio, e quando la pace sia sopravvenuta, chiedete la Presenza e la gioia. La calma, anche quando sembra essere inizialmente una cosa negativa, è così difficile da raggiungere che il fatto di averne anche soltanto un poco dev'essere considerato un gran passo avanti. In realtà, la calma non è una cosa negativa, bensì la natura stessa del Sat-Purusha (L'essere divino) e il fondamento positivo della Coscienza divina. Qualsiasi cosa si cerchi, qualsiasi cosa si trovi, occorre conservare la calma. Se la Conoscenza, il Potere, l'ananda (Felicità, Beatitudine) vengono e non trovano queste fondamenta, sono incapaci di rimanere e devono ritirarsi fino a che la purezza e la pace divina del Sat-Purusha siano stabilite in modo permanente. Aspirate con aspirazione calma e profonda agli altri elementi della Coscienza divina. Essa può essere tanto ardente quanto calma, ma non dev'essere impaziente, agitata, né piena di impazienza rajasica. Solamente in un essere e in una mente tranquilli, la Verità supermentale può innalzare la sua creazione. Nella sadhana, l'esperienza deve inevitabilmente cominciare dal piano mentale, ma è necessario che essa sia reale ed autentica. La pressione dell'intelletto e della volontà sulla mente e lo slancio emotivo del cuore verso Dio sono i primi agenti dello yoga, e la pace, la purezza e la calma (con una tregua all'irrequietezza inferiore) sono precisamente la prima base che dev'essere posta. È molto più importante ottenere questa condizione all'inizio che intravedere i mondi ultrafisici o avere visioni, udire voci e ottenere 19 poteri. La purificazione e la calma sono fondamentali nello yoga. Senza di esse si possono avere numerose esperienze di questo genere (mondi, visioni, voci, ecc.) che entrando però in una coscienza impura e agitata, sono quasi sempre disordinate e confuse. In principio, la pace e la calma non sono costanti, vanno e vengono e occorre di solito molto tempo prima che si stabiliscano nella natura. È dunque preferibile evitate l'impazienza e perseguire risolutamente quello che sta compiendosi. Se desiderate avere qualcosa di più della pace e della calma, lasciate che sia la completa apertura dell'essere interiore e la coscienza del Potere divino che opera in voi. Aspirate sinceramente e con grande intensità, ma senza impazienza, e potrete ottenere quello a cui aspirate. Finalmente avete le vere basi della sadhana. Calma, pace e sommissione costituiscono l'atmosfera indispensabile perché sopravvenga tutto il resto: conoscenza, forza, ananda. Lasciate che questo stato si stabilisca completamente. Esso non persiste nei periodi di attività perché è ancora confinato nella mente propriamente detta, che ha appena ricevuto il dono del silenzio. Quando la nuova coscienza sarà completamente formata e si sarà impossessata totalmente della natura vitale e dell'essere fisico (il vitale fino a questo momento è solo sfiorato o dominato dal silenzio, ma non ne è ancora posseduto), questo difetto si dissolverà. La tranquilla coscienza di pace che avete adesso nella mente non solo deve diventare calma, ma ampliarsi. Dovete sentirla dovunque, sentirvi e sentire tutto in essa. Questo vi aiuterà anche a stabilire una base di calma nell'azione. Quanto più estesa diverrà la vostra coscienza, tanto più diverrete capaci di ricevere dall'alto. La Shakti potrà scendere introducendo forza, luce e pace nell'organismo. Quello che in voi sentite di limitato e ristretto è la mente fisica; essa può ampliarsi solo a condizione che questa luce e coscienza più vasta scendano e si impossessino della natura. L'inerzia fisica che provate, diminuirà e scomparirà probabilmente solo quando l'energia dall'alto scenderà nell'organismo. Rimanete tranquillo, apritevi e chiedete alla Shakti divina di stabilire la calma e la pace, di ampliare la coscienza e colmarla di tutta la luce e il potere che può attualmente ricevere e assimilare. 20 Abbiate cura di non essere troppo impaziente, perché potreste di nuovo turbare la tranquillità e l'equilibrio che si sono stabiliti nella natura vitale. Abbiate fiducia nel risultato finale e date al Potere il tempo di portare a termine la sua opera. Aspirate, concentratevi nel giusto spirito e, qualunque siano le vostre difficoltà, siate certi che raggiungerete la meta che vi siete prefissa. Dovete imparare a vivere nella pace che è dietro a quel qualcosa di più vero in voi, e sentire che questo è il vostro vero essere. Considerate il resto non come il vostro vero sé, ma solo come un semplice flusso di movimenti superficiali e mutevoli che si ripetono e che dovranno sicuramente sparire quando emergerà il vero Sé. Il vero rimedio è la pace: distrarsi con un duro lavoro offre un sollievo momentaneo, anche se una certa regolare attività è necessaria per il giusto equilibrio delle diverse parti dell'essere. Sentire la pace sopra e intorno al capo, costituisce il primo passo. Occorre poi entrare in contatto con essa, affinché scenda in voi e colmi la vostra mente, la vostra vita, il vostro corpo, avvolgendovi in modo tale che possiate vivere in essa; perché la pace è il solo segno della presenza del Divino in voi, e una volta che ne siate permeato, tutto il resto verrà. La sincerità nelle parole e nel pensiero è d'importanza capitale. Quanto più riuscirete a capire che la menzogna non è parte di voi, ma che viene su di voi dal di fuori, tanto più facile vi sarà rifiutarla e respingerla. Perseverate, e ciò che è ancora storto verrà raddrizzato e conoscerete e sentirete in modo continuo la verità della Presenza divina; la vostra fede sarà così giustificata dalla esperienza diretta. Come prima cosa aspirate e pregate la Madre che vi dia la tranquillità nella mente, la purezza, la calma e la pace, una coscienza sveglia, una devozione intensa, forza e capacità spirituale per affrontare tutte le difficoltà interiori ed esteriori e farvi arrivare fino in fondo al vostro yoga. Se la coscienza si sveglia e c'è devozione e intensità d'aspirazione, la mente potrà crescere in conoscenza, a condizione che impari ad essere tranquilla e calma. Ciò è dovuto ad una 21 coscienza e ad una sensibilità acute dell'essere fisico, e in particolare del fisico vitale. È bene che il fisico divenga sempre più cosciente; ma le comuni reazioni umane di cui prende coscienza non dovrebbero sopraffarlo, né nuocergli gravemente, e neppure sconvolgerlo. Come nella mente, anche nel sistema nervoso e nel corpo devono manifestarsi una vigorosa equanimità, una padronanza e un distacco che permettano al fisico di conoscere queste reazioni e di entrare in contatto con esse senza minimamente turbarsi. Il fisico deve sapere, essere cosciente, respingere e scacciare la pressione delle vibrazioni che si producono nell'atmosfera, invece di limitarsi soltanto a sentirle e a soffrirne. La via che conduce alla liberazione consiste nel riconoscere le proprie debolezze, i falsi movimenti e ritrarsene. È una regola eccellente non giudicare nessuno ma soltanto se stessi, finché non si sia divenuti capaci di vedere le cose con mente e vitale calmi. Non permettete, inoltre, alla vostra mente di formarsi impressioni

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